Assistenza disabili, a Modena assistita e assistente vivono nello stesso condominio
MODENA - “Ho 52 anni, sono affetta dalla distrofia muscolare dalla nascita. Ma ho sempre voluto autodeterminarmi nella mia vita, e miei genitori mi hanno sempre spinta a farlo. Secondo me, essere autonomi significa sapere cosa si vuole”: lei è Rossana Roli, modenese. Lei è la mente del progetto di vicinanza attiva nato in città: “Fino a 40 anni ho vissuto con mia madre e mio padre: poi, li ho visti invecchiare. Quando è morto mio papà, la colonna portante della famiglia, ho cominciato a pensare a come assistermi. Io non amo molto la formula del badantato, non mi piace pensare a una presenza costante anche quando non ce n’è bisogno. Nel frattempo, ho conosciuto una signora filippina: veniva da noi – adesso abito con mia madre, invalida riconosciuta all’85 per cento – per l’assistenza notturna”. Signora filippina che, racconta Rossana, fino a pochi mesi fa era impegnata nelle pratiche per il ricongiungimento familiare: erano pronti ad arrivare in Italia i due figli adolescenti e il marito: “Se si fossero riuniti, la signora non avrebbe più potuto dedicarsi a me: non potevo permettermelo, ormai mi ero affezionata. E poi la volevo aiutare. Così ho pensato: ma perché non far sì che lei, con tutta la famiglia, non venga a vivere nel mio stesso stabile? Ci saremmo potuti aiutare a vicenda. Sa, io ho sempre creduto molto nello scambio di capacità, perché sono convinta che tutti ne abbiamo…”.
Rossana condivide questa idea con Maria e Maddia, signore sessantenni affette da distrofia che abitano nello stesso condominio: “Oggi vivono con i loro mariti, ma hanno subito accolto con entusiasmo la mia proposta, conoscevano la ragazza che mi assistiva. Perciò ci siamo messe in contatto con Unicapi, che gestisce il condominio, per sapere l’idea potesse concretizzarsi”. Unicapi è una cooperativa con lo scopo di ‘provvedere con spirito mutualistico e senza fini di lucro alla costruzione e alla gestione di alloggi da assegnare in godimento ai propri soci’, come si legge nello statuto: “Unicapi si è subito detta disponibile, e insieme abbiamo chiesto anche al Comune. Quasi non ci credevo: mi si sono spalancate le porte, tutti mi hanno aiutato facendo quanto fosse in loro potere”.
Dallo scorso luglio, la famiglia filippina è diventata vicina di casa di Rossana: “I bambini sono a casa mia tutto il giorno: li aiuto a fare i compiti, andiamo a fare la spesa insieme. Vado ai colloqui con gli insegnanti, lo accompagno dal medico perché ancora non parlano bene l’italiano. Di notte, la madre viene ad assisterci. Il marito, che lavora, ci dà una mano con il giardino, con la manutenzione della macchina”. L’affitto, agevolato, lo pagano loro direttamente, e Rossana paga lo stipendio alla signora: “Le altre due signore sono felicissime che sia qui tutta la famiglia. Sanno che, in qualsiasi momento, se c’è un’urgenza, qualcuno che può dar loro una mano c’è”.
L’iniziativa, nata da Rossana e portato avanti con la Uildm, l’Unione lotta alla distrofia muscolare, la Fondazione Vita Indipendente, il Comune di Modena e Unicapi, potrebbe essere un progetto pilota: “L’abbiamo accolto molto positivamente – afferma l’assessore comunale al welfare Giuliana Urbelli –, un’esperienza da sostenere e replicare. Innanzitutto, nasce da una proposta delle stesse persone che ne usufruiscono e che quindi giocano il ruolo di protagoniste nel percorso di assistenza. In secondo luogo, crea un circolo virtuoso di solidarietà reciproca che potrà interessare altri vicini di casa e rafforzare quella coesione sociale che riteniamo debba essere alla base del nostro sistema di welfare”.
“Mi piacerebbe tanto che questa nostra esperienza si ripetesse. In fondo, basta un po’ di buona volontà. Io ho trovato una famiglia: i ragazzi, per me, sono nipoti. Ci vogliamo bene: all’inizio, non potevo saperlo che sarebbe stato così bello”, ammette Rossana. (Ambra Notari)