16 settembre 2014 ore: 15:44
Disabilità

Assistenza sessuale ai disabili: scoppia la polemica sui social

Sulla pagina Facebook dell’evento “Diritti civili: l’assistenza sessuale alle persone con disabilità” organizzato alla festa dell’Unità di Bologna gli utenti paragonano l’assistenza sessuale alla prostituzione. La replica di Lo Giudice: “La prostituzione non c’entra nulla, la nostra è una battaglia di civiltà”
assistente sessuale - due mani su pavimento

BOLOGNA – Commenti al vetriolo e accuse di voler legalizzare la prostituzione. È caos sui social network sul tema disabilità e sessualità affrontato il 15 settembre alla festa dell’Unità di Bologna nell’incontro “Diritti civili: l’assistenza sessuale alle persone con disabilità”. Sulla pagina Facebook dell’evento, a cui erano presenti Sergio Lo Giudice, senatore Pd, Maximiliano Ulivieri, fondatore del Comitato per la promozione dell’assistente sessuale in Italia e don Matteo Prodi, le accuse sono rimbalzate da un post all’altro: “Per quanto riguarda la sottile distinzione tra escort, gigolò, assistente sessuale – scrive Paola – vi faccio notare che sono tutti accomunati dal far sesso con persone verso cui non nutrono attrazione sessuale. Potete cercare il pelo nell’uovo, ma è sempre prostituzione”, “Il sesso coinvolge due persone consenzienti – dice Antonella – Quando si paga, il rapporto è sbilanciato. Non è sesso, è compravendita”. Oltre 215 commenti a cui hanno risposto gli ospiti della serata spiegando la differenza tra l’assistenza sessuale per disabile e la prostituzione. “Provate a tornare indietro con la mente alla vostra adolescenza con le prime pulsioni sessuali e immaginate di non potervi muovere o esprimere quello che provate perché disabili. Si rischia di impazzire”, ha detto Maximiliano Ulivieri. 

box Una battaglia che per Ulivieri è centrata sul dare la possibilità alle persone disabili di poter scegliere di vivere la propria sessualità attraverso l’aiuto di una figura professionale. “Mi occupo di difendere e riconoscere i diritti per i disabili – ha continuato Ulivieri – e quello della sessualità è uno dei tanti”. Accanto a lui il senatore del Partito Democratico, Sergio Lo Giudice, che ha presentato ad aprile un disegno di legge sul riconoscimento della figura dell’assistente sessuale. “Quella che portiamo avanti – ha detto Lo Giudice durante la serata – è una battaglia di civiltà. La legge vuole riconoscere proprio questo e non certo legalizzare la prostituzione che con l’assistenza sessuale non c’entra nulla”. Il riferimento per Lo Giudice è la sentenza 561 del 1987 della Corte Costituzionale, dove viene riconosciuta la sessualità come uno dei modi di espressione della persona umana ricompreso tra i diritti inviolabili tutelati dall’articolo 2 della Costituzione.

Intanto si sono conclusi da poco i colloqui di ammissione al corso di formazione per assistenti sessuali, della durata di un anno, previsto per il prossimo autunno a Bologna. A condurre i trenta selezionati in questo percorso ci saranno il sessuologo, Fabrizio Quattrini, uno psicologo e un medico, per insegnare a distinguere le diverse disabilità e i relativi comportamenti da tenere. A spiegare nel concreto in cosa consiste l’assistenza sessuale e come praticarla ci saranno anche due assistenti che lavorano da più di 10 anni in Svizzera e in Germania. (dino collazzo)

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