Asso 28. Tavolo Asilo Nazionale chiede verità: "Governo riferisca in Parlamento"
ROMA - Fare subito chiarezza sulle responsabilità di chi ha deciso una operazione vietata dalla legge e dalle convenzioni internazionali. È quanto chiede il Tavolo asilo nazionale (costituito dalle organizzazioni A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amesty International Italia, Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali, Medécins du monde Italia, Mediterranean Hope (Fcei), Cnca e Oxfam) al governo italiano in merito al “respingimento collettivo di 108 persone, operato da una nave appoggio di una piattaforma petrolifera, la Asso 28 appunto, verso un Paese dove sono accertati trattamenti disumani e degradanti”, spiega una nota del Tavolo asilo nazionale. “Sulla base delle informazioni che ad oggi è dato conoscere - continua la nota -, l’operazione potrebbe configurarsi come una ripetizione del ‘caso Hirsi’, cioè come una violazione delle norme internazionali”.
Al governo, il Tavolo asilo nazionale invia alcune domane e chiede di riferire subito in Parlamento sull’accaduto. “Qual è il ruolo svolto dall’Imrcc italiano (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo) in questa operazione - si legge nella nota -? Chi ha indicato il porto di Tripoli alla Asso 28 come porto sicuro per il soccorso delle persone salvate? Come mai la Augusta Offshore, proprietaria della Asso Ventotto, dopo essersi rivolta per anni alla Guardia Costiera italiana e all’Imrcc di Roma (262 operazioni Sar dal 2012 ad oggi e 23.750 persone salvate), all’improvviso ha deciso di cambiare interlocutore e rivolgersi alla Guardia Costiera di Tripoli, nonostante si tratti di una imbarcazione italiana? Perché non si è rivolta alla nostra guardia costiera come aveva sempre fatto in passato?”.
Alle istituzioni italiane, al Parlamento e alla Commissione europea, inoltre, il Tavolo chiede di “farsi promotori di ogni iniziativa volta a fare chiarezza su quanto è successo e sulle responsabilità di quanto successo e di assumere le conseguenti iniziative politica e giudiziarie - conclude la nota -. Chiediamo infime alle Nazioni unite e all’Unhcr un intervento ai massimi livelli per tutelare il diritto d’asilo e il rispetto delle convenzioni internazionali nel mediterraneo”.