7 gennaio 2015 ore: 15:40
Società

Attentato a Parigi, i musulmani italiani: "Nessuna giustificazione teologica"

La condanna “più totale” all’attacco al giornale satirico Charlie Hebdo da parte di Sergio Yahya Pallavicini, vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis). “Pronti a collaborare con le forze dell’ordine per sradicare il radicalismo”
Attentato redazione Charlie Hebdo. Vignetta

ROMA – Un “brutto inizio d’anno”. Non ha altre parole Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), per commentare l’attacco terroristico avvenuto oggi nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi, costato la vita a 12 persone, tra cui alcuni giornalisti e due poliziotti. Nella mattinata, tre uomini armati col volto coperto hanno fatto irruzione nella sede del giornale e hanno aperto il fuoco gridando "Allah u Akbar " come testimoniano alcuni video amatoriali diffusi dai media francesi. Il numero delle vittime non è ancora definitivo, ci sono una decina di feriti di cui alcuni in gravi condizioni, mentre per le strade di Parigi è caccia agli attentatori, ancora a piede libero. Da parte di Pallavicini “la più seria solidarietà alle vittime, ai loro parenti e ai colleghi. Se la matrice dovesse essere confermata come rivendicazione o pretesto di difendere le offese sulle caricature del profeta francamente non ho scrupoli a dire che sono alibi che non stanno in piedi e che non c’è alcuna giustificazione teologica per un attentato di questo tipo”.

Dalla comunità islamica italiana, spiega Pallavicini, arriva “la condanna più totale nei confronti di chi ha usato questa violenza e la delegittimazione più radicale delle motivazioni che vorrebbero convincerci di avere. Non ci sono giustificazioni, né ragioni. Sono tutti pretesti. I fatti sono brutali e non hanno nessuna legittimità islamica e religiosa”. Per Pallavicini serve un maggiore impegno da parte dei rappresentanti musulmani in Europa. “Come rappresentanti e teologi dovremmo intensificare le nostre azioni sia di educazione, ma anche di coordinamento istituzionale per analizzare e prevenire, anche in termini di sicurezza, certe situazioni – spiega -. Ognuno deve fare il suo, non possiamo essere trasformati in poliziotti, ma vogliamo collaborare con le forze dell’ordine per sradicare il radicalismo dalle false radici che si sta inventando”.

Per Pallavicini si tratta di un attentato che colpisce il “cuore” dell’Europa. “Cominciano non più soltanto ad attaccare i popoli dell’Asia centrale, ma anche a portare una violenza qui in Europa dove invece l’Islam è un modello di apertura, civiltà, dialogo sia interreligioso, che culturale e sociale – spiega Pallavicini -. Ci sentiamo attaccati anche noi accanto a queste vittime, ma dobbiamo continuare a prevenire e reagire per far prevalere la verità del dialogo e della coesione sociale contro questi criminali”. Coesione che rischia di essere messa in discussione dopo i fatti di oggi. “I musulmani devono mantenersi sereni e evitare di farsi venire complessi di persecuzione e confusione – spiega Pallavicini -. Il rischio è che la percezione sui musulmani si generalizzi e si faccia di tutta l’erba un fascio e si demonizzi tutta la civiltà islamica di 14 secoli e tutti i musulmani che vivono in Europa o in Asia o Africa per colpa di questi criminali. Ai musulmani il consiglio è di mantenersi pacifici nella fede e nelle responsabilità civili”.

Sulla satira che in più occasioni è stata oggetto di minacce in Europa per aver rappresentato il profeta Maometto in alcune vignette, Pallacivini chiarisce: “Le sensibilità dei credenti e dei non credenti, siano essi musulmani o meno, possono essere persino offese, disturbate in maniera molto profonda, ma così come esiste la satira esiste anche la critica alla stessa satira – spiega -. Quello che non possiamo accettare è che qualsiasi cosa, in virtù della provocazione, possa legittimare una violenza. Nessuna teologia può legittimare l’organizzazione di un commando che con i kalashnikov vanno ad uccidere fosse anche una persona, o soltanto ferirla”. (ga) 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news