Attiya, il 23enne tetraplegico ucciso dai bombardamenti su Gaza
Aveva 14 anni quando, mentre camminava verso il campo di famiglia al confine tra Gaza e Israele, è partita dalla barriera una raffica di colpi di mitra dell’esercito israeliano e lui venne colpito alla nuca. Fu trasportato in ospedale da coloro che lo ferirono, il padre lo cercò per due giorni senza risposte, poi arrivò una telefonata di un dottore che lo informò del ferimento. Era rimasto tetraplegico. Il ragazzo, dopo essere passato da un ospedale all’altro, venne rimandato a Gaza. Viveva con il supporto di una carrozzina motorizzata, aveva ritrovato la sua autonomia, era felice quando dava da mangiare agli animali della piccola fattoria di famiglia, quando riusciva a mangiare in autonomia, quando ebbe la fortuna di avere un bagno più grande per potersi lavare con più facilità.
Ma oggi, nove anni dopo quel ferimento, Fathi Attiya Alnabati, 23 anni, è rimasto vittima di un bombardamento israeliano l’8 ottobre. A raccontare la sua storia è la Ong toscana Cospe, la cui presidente Anna Meli è stata pochi mesi fa a Gaza dove ha incontrato Attiya, che l’associazione ha sostenuto nel suo percorso di autonomia nell’ambito del progetto React, incentrato sul sostegno sociale, psicologico e inclusivo delle persone disabili nella Striscia.
“Ricordo ancora il volto dolce di Attiya – dice Anna Meli - Lo ricordo mentre ci aspettava alla porta di ingresso, alla fine della rampa per disabili che abbiamo costruito nell’ambito del progetto. Da quando quella rampa fu costruita, Attiya riusciva ad arrivare direttamente alla sua camera e a scendere verso il giardino, dove gli piaceva dar da mangiare agli uccelli e agli altri adorati animali di casa, pecore e galline. Riusciva a mangiare da solo grazie a dei tutori che gli stringevano i magrissimi polsi e gli davano forza alle mani”.
Una scomparsa che addolora tutta la Ong Cospe e non solo. "La situazione a Gaza e in tutta la Palestina – continua Meli - è il frutto di oltre 50 anni di occupazione militare e colonizzazione del territorio palestinese da parte di Israele, in palese infrazione del diritto umanitario internazionale, confermato da decine di documenti delle Nazioni Unite. La comunità Internazionale dovrebbe attivare iniziative di pressione nei confronti di Israele, per favorire un serio processo di pace giusta, nel rispetto del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese, per un futuro di pace, richiesto a gran voce dai due popoli".
Il progetto React, che ha fornito attrezzature, strumenti e sostegno psicologico a Attiya, ha potuto coinvolgere nella Striscia di Gaza più di 150 persone disabili e 663 familiari in percorsi di counselling cambiando la vita quotidiana e le relazioni di molti di loro. Il progetto è gestito da Educaid, in collaborazione con Cospe, ed è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Sono circa 48 mila le persone con disabilità a Gaza, pari a circa il 2,4% della popolazione, di cui più di un quinto sono bambini, rileva l’Ufficio di censimento palestinese. Il Medical Aid for Palestinians, con sede nel Regno Unito, afferma che solo tra marzo 2018 e ottobre 2019, 7.996 palestinesi hanno subito ferite da arma da fuoco agli arti. Tra i feriti, sono state effettuate 149 amputazioni, 24 persone sono rimaste paralizzate a causa di lesioni al midollo spinale e 15 persone hanno subito la perdita permanente della vista a causa delle ferite provocate durante le manifestazioni.