23 aprile 2016 ore: 10:01
Disabilità

Ausili, software e consulenze: la tecnologia che aiuta gli alunni disabili

Comunicazione alternativa, strumenti per i disturbi di apprendimento, puntatori oculari e molto altro: l'esperienza del Centro territoriale di supporto della provincia di Lecce che da 10 anni favorisce l’accesso alle tecnologie a partire dalla materna
Alunni disabili. Un alunno con carrozzina in classe

LECCE - Emiliano (nome di fantasia), studente di Parabita in provincia di Lecce, è affetto da tetraparesi spastica, non riesce a parlare, comunica grazie al movimento delle palpebre. Con l’aiuto di un puntatore oculare però è in grado di tradurre i suoi movimenti in linguaggio, sia attraverso le lettere che attraverso caselle con parole già formate. Francesca, studentessa di Cursi, soffre della sindrome di Reth che le ha causato un ritardo mentale grave, ma grazie ad interventi di ‘comunicazione aumentativa alternativa’ la consulente che la segue è riuscita a farla comunicare, a far uscire da lei un linguaggio. Queste sono solo due delle sei storie di vita che sta seguendo attualmente il Centro territoriale di supporto della provincia di Lecce (Cts, www.ctslecce.gov.it), attivo già da dieci anni con l’intento di favorire l’accesso alle tecnologie da parte degli studenti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado, a partire dalla materna. Un lavoro grande, impegnativo, ma purtroppo ancora silenzioso, in gran parte ad oggi sconosciuto proprio alle famiglie degli studenti che avrebbero necessità di sostegno. Nato sulla base del progetto "Nuove tecnologie e disabilità" del ministero della Pubblica istruzione, grazie alla direttiva del 2012 sui bisogni educativi speciali rientrano oggi nel raggio d’azione del Cts tutte quelle problematiche collegate con la legge 170 del 2010 e dunque anche i disturbi specifici dell’apprendimento, quelli da deficit di attenzione e iperattività, gli svantaggi sociali, linguistici e culturali.

Grazie al lavoro di specialisti che prestano le proprie competenze, il Cts della provincia di Lecce, che dipende dall’Ufficio scolastico regionale della Puglia, offre consulenza, progetti e servizi alle scuole del territorio (circa centottanta istituti) valutando i singoli casi che si presentano, proponendo gli ausili specifici e i sofware da utilizzare a seconda della disabilità, costruendo un percorso calibrato sulle esigenze di ciascuno studente e da svolgere insieme alle famiglie. Tra gli sportelli che il Centro mette a disposizione c’è quello sulla ‘comunicazione aumentativa alternativa’: "si tratta di cambiare il modo di mandare un messaggio, basandosi su canali alternativi al linguaggio, quando ci sono difficoltà in questo senso – spiega Maurizio Molendini, responsabile del Cts, docente di sostegno in ruolo nell’area delle materie scientifiche presso l’Istituto tecnico Grazia Deledda di Lecce, sede del Centro -. Si tratta di capire prima il livello di comunicazione di una persona, poi di potenziare in modo alternativo gli altri canali, anche in base all’età, dalle cose concrete ai concetti astratti". Lo specialista del Centro consiglia gli ausili, che devono comunque essere approvati dalla Asl. I ‘comunicatori dinamici’ ad esempio, sono simili a tablet, software touch screen con griglie specifiche per aiutare a trovare una via di comunicazione, da utilizzare a scuola e a casa propria. E’ attivo anche uno sportello sui disturbi specifici dell’apprendimento, con una commissione dedicata in particolare alla dislessia, e anche in questo caso sono utilizzabili software specifici con sintesi vocali, mappe, kit predisposti che vanno incontro alle difficoltà. Ogni singolo caso viene seguito attraverso incontri periodici con gli insegnanti e la famiglia degli studenti.

"Appena la Regione Puglia emanerà la direttiva saremo pronti a partire anche con lo sportello sull’autismo – precisa Molendini – la cui attivazione è prevista dal Miur in tutta Italia ora che si è conclusa la sperimentazione in sole alcune regioni. Qui in Puglia saranno formati circa novanta insegnanti che su indicazioni del Cts di riferimento, che farà da coordinatore, andranno dove c’è necessità. I docenti dovranno, attraverso gli sportelli, gestire le dinamiche dei disturbi dello spettro autistico, chiaramente in contatto con le famiglie, le scuole, gli enti locali, per un’attività che ruoti intorno agli studenti". A breve presso il Cts di Lecce è prevista anche una formazione per i docenti sul tema del bullismo, in collaborazione con la polizia postale e le associazioni. Il territorio – si legge proprio sull’homepage del portale del Centro – è in rete, "ma il problema principale è proprio questo – sottolinea il responsabile Cts -. Non sempre i protocolli approvati vengono poi di fatto attivati, gli interventi rischiano così di rimanere isolati venendo meno le collaborazioni delle Asl, dei comuni e di tutti gli altri attori. Il risultato, poi, è che riceviamo poche richieste, non tanto perché i problemi non ci siano, ma perché le stesse famiglie non sanno che potrebbero avere un supporto in più". (sm)

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