Autismo ad alto funzionamento, lavorare è possibile
ROMA – Autismo e lavoro possono andare insieme, nonostante le difficoltà: è quanto cercheranno di dimostrare Angsa Veneto e l’Azienda ospedaliera intergrata di Verona, che con una serie di istituzioni e associazioni promuoverà, il 25 e 26 settembre, due giornate di studio dedicate al tema “Lo spettro autistico ad alto funzionamento: progetti solidali per l’inserimento occupazionale-lavorativo” (ore 17 Liceo Quadri – via G. Carducci). Obiettivo è far conoscere l’autismo ad alto funzionamento ed informare sulle implicazioni del disturbo, focalizzando le difficoltà ma anche i punti di forza. Si parlerà di legislazione su lavoro e disabilità e si darà voce ai racconti dei protagonisti, che illustreranno le loro esperienze.
“Il convegno, che riunisce alcuni dei massimi esperti internazionali – spiegano i promotori - è nato per promuovere un progetto di inserimento sociale e solidale delle persone con disturbi dello spettro autistico al alto funzionamento, dando ad esse la possibilità di essere occupate in un lavoro vero e proprio. In questo progetto sono stati coinvolti ampi settori sociali, con il fine di sensibilizzare ed incentivare la creazione di percorsi adattati alle persone con autismo ad alto funzionamento. Oltre alla presentazione introduttiva delle diverse tipologie – continuano - nel convegno si parlerà anche degli ambiti ed interessi peculiari che possono avere tali persone - quali musica, pittura, poesia, informatica, raccolta e archiviazione dati, lettura e sintesi testi, elaborazioni informatiche – che costituiscono un loro elemento di forza, rimuovendo pregiudizi tuttora esistenti”.
L’autismo ad alto funzionamento “è meno conosciuto rispetto a quello con basso e medio funzionamento – riferisce Angsa - La diagnosi può essere tardiva per queste persone che non registrano un ritardo cognitivo rilevante. Durante il periodo scolastico hanno generalmente un discreto rendimento e riescono a conseguire il diploma. Hanno maggiori predisposizioni per materie scientifiche e tecniche. Nella vita da adulti non trovano collocazioni che possano stimolare i loro interessi e l’inserimento in Centri diurni occupazionali o comunità con persone gravi risulta inadeguato. I progetti di collocazione lavorativa od occupazionale – continua Angsa - devono essere accompagnati da una formazione dei datori di lavoro e dei colleghi con una strutturazione degli ambienti per rendere agevole la comprensione dei compiti e per ridurre il più possibile le esperienze frustranti e demotivanti. Queste persone sono consapevoli del loro limite, caratterizzato dall'impossibilità di accedere all'interazione spontanea e adattabile ai vari contesti, di inserirsi nel tessuto sociale attraverso l'attività occupazionale e il lavoro più o meno protetto. Se si rimuovono pregiudizi e si accoglie la persona nel rispetto della sua diversità, l’ambiente stesso diventa stimolo di crescita e valorizzazione della persona”.
Ed è questo percorso che il convegno intende avviare e sollecitare: “un convegno – concludono gli organizzatori - che non è fatto solo di interventi teorici ma si propone anche di spiegare in maniera pratica ad imprenditori e possibili datori di lavoro come è possibile occupare persone con disturbi che rientrano nella sfera dell'autismo ad alto funzionamento”.