28 luglio 2015 ore: 16:38
Disabilità

Autismo, approccio in acqua e una tavola da surf per aiutare la comunicazione

Approccio relazionale in acqua e una tavola da surf per il trattamento dell'autismo. Si chiama surfing voice e serve "a tirare fuori la voce attraverso qualcosa di motivante". Ne parla Antonio Rinaldi, psicologo clinico e terapeuta educatico-...
Persone con surf

Roma - Approccio relazionale in acqua e una tavola da surf per il trattamento dell'autismo. Si chiama surfing voice e serve "a tirare fuori la voce attraverso qualcosa di motivante". Ne parla Antonio Rinaldi, psicologo clinico e terapeuta educatico-abilitativo ad approccio integrato, al convegno in Senato promosso da Manuela Serra (M5S).

"Una tavola da surf serve a dimostrare che il soggetto autistico sa apprendere quando si prova ad insegnargli in maniera diversa". Piscina, mare e scuola. Al di la' del surf l'approccio terapeutico dinamico relazionale in acqua "insegna a questi soggetti come processare dal cognitivo al motorio, come essere connessi al qui e ora e al movimento- spiega l'autore di 'Leggere il silenzio'- per trovare i tempi di reazione in sincrono con la richiesta. Nell'autismo c'e' infatti una difficolta' di processamento".

Rinaldi punta ad essere "come l'acqua, flessibile e malleabile per accogliere l'altro. Riflettiamo su quanto lo stare con l'altro sia giocare ad essere empatici. Per stare con i bambini bisogna essere bambini per primi".

Empatia vuol dire "sentire da dentro- continua lo psicologo- sentire l'altro nel senso di essere con l'altro, vedere attraverso i suoi occhi, pensare a quello che puo' vivere la persona che abbiamo davanti. Nella terapia dell'autismo deve tornare l'empatia per andare oltre e mettersi in discussione nella propria professionalita'".

Il metodo di lavoro della surfing voice e' "costruito sulla funzionalita' dell'autismo: necessita' e punti di forza. Bisogna giocare con i soggetti coinvolti nel disturbo dello spettro autistico. In generale noi non comunichiamo con loro, siamo autoritari ma non autorevoli. Eppure uno studio internazionale ha rivelato che il soggetto autistico gioca e nel farlo cerca 3 caratteristiche: motoria, stimolazione sensoriale e rapporto causa-effetto. La stereotipia e' l'insieme di questi tre aspetti. Partiamo dalla stereotipia- conclude- che non e' comportamento ma comunicazione". (DIRE)

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