6 luglio 2015 ore: 18:04
Disabilità

Autismo, Argentin (Pd): legge importante ma senza un euro

"Ringrazio la relatrice, Paola Binetti, che ha fatto un ottimo lavoro in commissione Affari sociali. Questa legge ha sicuramente superato un'altra barriera culturale perche' l'autismo e' una patologia che porta una grande solitudine, di cui e...
Timbro con scritta AUTISM

Roma - "Ringrazio la relatrice, Paola Binetti, che ha fatto un ottimo lavoro in commissione Affari sociali. Questa legge ha sicuramente superato un'altra barriera culturale perche' l'autismo e' una patologia che porta una grande solitudine, di cui e' fondamentale parlare". Lo ha dichiarato la deputata del Pd, Ileana Argentin, che e' intervenuta in aula durante la discussione generale sul ddl 'Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie'.

"Questa, pero', e' e rimane una legge-manifesto", ha proseguito, "nel senso che parla di tanti diritti, dalla prevenzione al Dopo di noi, ma c'e' un articolo che afferma che non sara' aggiunto un euro. Noi siamo persone come le altre e per realizzare i servizi servono soldi. Potevamo parlare di autismo in mille modi, ma non creando false aspettative e falsi diritti".

Argentin si e' detta contraria anche al fatto che ci siano singole leggi che si occupano di singole patologie. "Parliamo di autismo ma stiamo dimenticando il ritardo mentale e cognitivo, che a volte presentano disturbi della sfera dell'autismo e a volte no", ha sottolineato la deputata. "Incominciamo a immedesimarci con il disagio. Io credo che oggi dovremmo essere un po' piu' umili, pensando che questa e' una legge importante ma io sono qui a rappresentare il disagio e non posso far finta che non ci siano problemi".

Facciamo quindi questo bel manifesto politico ma non promettiamo niente a nessuno. In questa legge, infine", ha concluso Argentin, "non si parla di tempo libero o di sessualita': nessuno ha voglia di pensare che siamo uomini e donne come gli altri ma ci considerano, semplicemente, i disabili". (DIRE)

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