Autismo, Castelbianco (Ido): a diagnosi sbagliata segue terapia errata
A una diagnosi sbagliata segue una terapia errata. Questo e' il grande tema da affrontare per Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), presente al convegno sulle buone prassi in Senato. "Ogni volta che si produce una nuova legge occorre una riflessione, perche' tutti coloro che sono toccati da una norma che li riguarda hanno richieste e desideri. I genitori devono poter essere informati. Da 40 anni tratto molti bambini- prosegue l'esperto- e l'IdO e' riconosciuto a livello internazionale, da Israele al Brasile, dal Cile agli Stati Uniti, abbiamo il riconoscimento dei genitori in base ai risultati. Noi portiamo al tavolo del ddl sull'autismo la nostra esperienza con dati e possibili proposte".
Un bambino su 68 e' davvero autistico? "Negli Usa stanno rivedendo queste cifre. Allen Frances, professore emerito alla Duke University (Durham North Carolina) - che ha partecipato alla stesura del DSM III e ha presieduto la task force del DSM IV - ha sostenuto che il 'tentativo pregevole di portare dimensionalita' alla diagnosi, inserendo il concetto di spettro per sottolineare il continuum di determinate variabili nel DSM V, ha portato a un abbassamento delle soglie diagnostiche'. Tanto che questa modalita' diagnostica ha moltiplicato per 20 le problematiche". Al centro di tutto c'e' quindi la diagnosi. "Per una liberta' di scelta terapeutica occorre una diagnosi che non sia meramente descrittiva. Abbiamo dei punteggi, corretti nella prassi, ma poveri- continua il direttore dell'IdO- ci indicano il senso di gravita' del bambino ma non dicono nulla sulla sua vulnerabilita' e sui suoi punti di forza, su cui poi bisognera' sviluppare la terapia".
L'IdO dal 16 al 18 ottobre promuovera' un convegno sulla diagnosi "che sara' in diretta streaming e gratuito. Tutti potranno partecipare e dire la loro". Castelbianco ricorda che l'autismo e' "un problema multifattorialita ed epigenetico, non piu' solo genetico. Questa constatazione cambia la diagnosi, cosi' come l'intervento che si va a proporre unitamente alle modalita' di valutazione. Per questo motivo dobbiamo essere informati per capire dove stiamo andando". Sostanzialmente esistono due grandi approcci: "Il metodo comportamentale e il metodo evolutivo. Due mondi difficili da avvicinare e che prevedono scelte a monte importanti- sottolinea lo psicoterapeuta- se il progetto terapeutico non e' adeguato a quel bambino produrra' solo danni".
Riaprire le linee guida sull'autismo, secondo Castelbianco, "non deve significare aprire una guerra ma attivare un confronto. Ognuno portera' dati e informazioni non condizionate da condividere" Al congresso dell'IdO si fara' appunto informazione, per produrre una riflessione. "Un autistico su 68 mi sembra esagerato- aggiunge Castelbianco- tanti bambini sono diagnosticati come autistici anche se in realta' non lo sono. È utile informare, far conoscere, riflettere e capire.
Gli studi sulla epigenetica hanno cambiato le sicurezze e modificato le terapie". L'IdO ha sempre spinto "sull'empatia, quale problema fondamentale dei bambini autistici". Il ddl sull'autismo "lascia tante persone insoddisfatte pero' offre un'apertura scientifica. Sediamoci al tavolo e portiamo risultati. I genitori non devono essere in guerra ma devono poter scegliere. Il ddl ci da' una possibilita' di confronto senza settorialita'- conclude il direttore dell'IdO- diciamo no ad un arruolamento". (DIRE)