Autismo e accompagnamento, “servono azioni legali collettive”
ROMA – Un’azione legale collettiva contro il “giochino che l’Inps fa molto frequentemente: togliere ai minori autistici l’indennità di accompagnamento per dare quella di frequenza, che vale la metà. E che, peraltro, viene sospesa nei mesi di luglio e agosto”: così Carlo Hanau, esperto di autismo e docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari all'Università di Modena e Reggio Emilia, commenta la vicenda del ragazzo autistico a cui l’Inps di Pozzuoli ha revocato l’indennità. “Non è un caso isolato, accade anzi molto di frequente – riferisce Hanau – tanto che all’assemblea nazionale della Fish lanciai la proposta di raccogliere questo dato a livello nazionale e promuovere un’azione condivisa. La proposta ha trovato largo consenso, ma non ha avuto un seguito pratico. Si tratta di una questione molto triste, su cui Fand e Fish dovrebbero intervenire con forza. Nell’attesa, servono purtroppo azioni legali collettive”. Risale ormai a 10 anni fa “la sentenza della Corte di Cassazione in base a cui non si può negare l’accompagnamento in relazione all’autonomia propria dell’età”. In altre parole, nel caso dei bambini, l’argomento è che comunque non potrebbero spostarsi da soli, neanche se non fossero disabili: di conseguenza, anche qualora la disabilità ci sia, l’accompagnamento non spetterebbe”. Ma la cassazione ha respinto quest’argomentazione. Di conseguenza, l’indennità di accompagnamento ai minori autistici spetta: “certo non nel caso degli Asperger, che hanno un alto grado di autonomia precisa Hanau - Ma qui il problema è sempre lo stesso: quello della definizione di autismo, che raccoglie all’interno della stessa categoria situazioni molto differenti”.
Per quanto riguarda la motivazione della commissione Inps di Pozzuoli, “il fatto che il ragazzo autistico deambuli è evidente. Il problema, anzi, che a volte deambula fin troppo bene. Si arriva così alle fughe, come capitò alla ragazza che seguivo tempo fa: dovettero intervenire i vigili, i pompieri, la protezione civile e l’elicottero. Ecco, servono casi così eclatanti per gettare un po’ di luce su cosa significhi davvero autismo. Ma poi si dimentica subito e si precipita di nuovo nell’ignoranza”. Ignoranza che non risparmia, purtroppo, anche chi deve valutare questi ragazzi all’interno delle commissioni. “D’altra parte non si può pretendere che i membri di queste commissioni conoscano bene ogni patologia e ogni sindrome. E’ importante, proprio per questo, che ci siano esperti, come prevedere peraltro la legge”. Di qui, un’indicazione molto pratica alle famiglie: “Nel modulo per il riconoscimento della disabilità o dell’invalidità, c’è una casella, in alto a destra, che tanti ignorano. Va barrata nel caso di disabilità mentale. E’ importante che i familiari la spuntino, perché così costringono la commissione a chiamare un medico dell’Anffas a valutazione”.
La seconda indicazione va invece a Fish e Fand, perché “intervengano con forza, rinfrescando quella sentenza di 10 anni fa che pare dimenticata dall’Inps. Nel frattempo, alle famiglie che vivessero questa esperienza, consiglio di organizzarsi per azioni legali collettive”. A tale scopo, per raccogliere segnalazioni e unire le forze, Hanau mette a disposizione il proprio indirizzo di posta elettronica: hanau.carlo@gmail.com