Autismo, le famiglie incontrano Mattarella: “Sia come un nonno per questi ragazzi”
Il presidente Mattarella incontra ragazzo autistico
Il presidente Mattarella incontra un ragazzo autistico |
ROMA – Si sono rivolti al presidente della Repubblica Mattarella come a un “nonno di tutti i nostri ragazzi”, chiedendogli di diventare “paladino” delle loro richieste. Hanno raccontato, in brevi tratti essenziali, “l’autismo di tutti i giorni”, per mostrarne i bisogni ma anche le “potenzialità”. Erano stati invitati per questo, per costruire “consapevolezza” nel giorno in cui questa consapevolezza sul’autismo viene celebrata e auspicata in tutto il mondo. Erano centinaia i genitori e i familiari dei ragazzi autistici, molti anche rappresentanti di associazioni, che hanno accolto l’invito del Presidente e questa mattina sono stati accolti nella Sala Grande del Quirinale: gremita, tutti esauriti i posti a sedere, animata dalle esclamazioni dei tanti ragazzi con autismo presenti. Non disturbavano, erano lì per esserci, per mostrarsi come sono e raccontare al presidente quella loro esistenza rumorosa, ma troppo spesso zittita, o isolata in spazi lontani perché il loro fracasso non vanga udito da chi non vuol sentirlo.
- E’ stato un vero momento di cittadinanza attiva, quello che si è vissuto questa mattina, un’ora densa e piena di concentrazione, tra testimonianze, ringraziamenti, denunce e richieste di aiuto. Un appuntamento che è iniziato puntuale, segno di rispetto per tutte quelle famiglie che, consapevoli della fatica che avrebbero fatto, avevano comunque accettato di essere presenti con i loro figli, armati di cuffiette per la musica e Ipad, per tenere a freno l’agitazione che spesso li prende e rendere sopportabile un’attesa che loro proprio non tollerano. Il presidente Mattarella, seduto in prima fila, ha ascoltato prima con attenzione i racconti, le spiegazioni, le confidenze che genitori e un’insegnante hanno accettato di condividere.
Elisa, mamma di Francesca, una ragazza ormai donna, ha raccontato“il vuoto che abbiamo intorno” e “le mille battaglie che combattiamo e combatteremo finché i nostri figli non avranno una vita degna, durante e dopo di noi”. Liana Baroni, mamma e presidente dell’Angsa, ha sottolineato la “mancanza di cultura sull’autismo”, un’ignoranza così grande che “quando dico che ho un figlio autistico, qualcuno commenta ‘che fortuna!’, qualcun altro ‘poverina…’. Chi pensa che siano geni, gli autistici, chi crede che siano violenti. Ma non sono né l’una né l’altra cosa: se trattati fin dall’inizio con terapie adeguate, possono inserirsi ed essere una risorsa per la società”. Ha quindi chiesto “che il diritto di far valere la loro potenzialità ci sia accordato”. E lo ha chiesto rivolgendosi al presidente come al “nonno dei ragazzi presenti e di quelli che non sono potuti venire”.
Ha rinforzato la richiesta Donata Vivanti, vicepresidente Fish, presente in sala con “mio figlio Giulio, che non ha parole e allora cerco di dargliele io, perché è un uomo buono e può essere un buon cittadino. Ed è questo che voglio chiedere oggi: l’opportunità di fare dei nostri figli cittadini attivi. Ma da soli non ce la facciamo, le istituzioni devono sostenerci. Una presa in carico adeguata può cambiare il nostro e il loro destino. Occorre investire – ha detto – che è diverso da spendere, per questi cittadini che oggi sono esclusi, anche a causa dei tagli che riducono i servizi e fanno sì che l’88% dei disabili adulti senza famiglia sia in istituti con più 30 persone: non è questo che vogliamo per i nostri figli”.
Erano in sala anche i due figli di Stefania Stellino, presidente di Angsa Lazio: una era accanto a lei, mentre parlava al microfono, “ma l’altro abbiamo dovuto portarlo fuori: è questo l’autismo“ha detto a Mattarella, ringraziandolo per “aver voluto conoscere com’è l’autismo tutti i giorni, tra le pratiche burocratiche e le revisioni, come se i nostri figli fossero automobili. Invece sono persone. E non sono malati – ha precisato- solo hanno un diverso modo di relazionarsi. Le chiedo con il cuore in mano – ha continuato – di aiutarci a far capire che, a scuola come al lavoro, non sono un peso, ma uno stimolo. Lei, presidente, ha parlato all’inizio del suo mandato delle barriere da rimuovere: ecco, la nostra barriera è lo stigma, ci aiuti a superarla. Col cuore in mano, le chiedo di diventare nostro paladino”.
Fondamentale, in questa impresa, è la scuola, con la sua capacità inclusiva. A testimoniarlo, è intervenuta un’insegnante di sostegno, “ma preferirei che ci chiamaste insegnanti specializzati, perché di questo c’è bisogno: di specializzazione, prima ancora che di sostegno”. Raccontando il proprio lavoro, le difficoltà che si incontrano, le idee che maturano e i successi che si riportano, ha assicurato che “con gli studenti autistici nulla può essere lasciato al caso, tutto va pianificato: la scuola deve attrezzarsi, con spazi chiari e attività ben delineate, perché questi ragazzi hanno bisogno di orientarsi”. E in questo lavoro, è importante “superare il binomio insegnante di sostegno/alunno certificato: tutti devono lavorare con tutti, nella consapevolezza che ciò che si fa con l’alunno disabile farà bene anche ai suoi compagni”.
A chiudere gli interventi degli “invitati”, nella doppia veste di sottosegretario all’Istruzione e papà di un ragazzo con autismo, Davide Faraone, che ha sottolineato “la necessità di socializzare i bisogni e le sofferenza, ma anche le gioie”. E di superare “situazioni intollerabili, come i genitori costretti a chiedere agli insegnanti di bocciare il figlio, perché dopo la scuola non sanno dove portarlo; o che mettono al mondo un secondo figlio, perché si prenda cura del fratello quando loro non ci saranno più”. Situazioni che sono il segno di un vuoto, di un’assenza di risposta, a cui cercherà di provvedere la neonata Fondazione per l’autismo, nata proprio ieri con il patrocinio del Miur: “raccoglierà e coordinerà le attività delle associazioni ma anche quelle dei ricercatori. Considero questa una giornata speciale – ha concluso – perché oggi stiamo compiendo un passo avanti verso una consapevolezza costruttiva”. (cl)