Autistic Day Pride: arriva anche in Italia la giornata dell’orgoglio autistico
ROMA - Si sono dati appuntamento giovedì 19 giugno al Nuovo Cinema Palazzo nel quartiere romano di San Lorenzo per celebrare la “neurodiversità” delle persone con autismo. Un aperitivo accompagnato da proiezioni e dibattiti per festeggiare l’Autistic Day Pride, la Giornata dell’orgoglio autistico promossa a livello internazionale da “Aspies for freedom”, un’associazione britannica che dal 2004 si batte contro l’idea che l’autismo costituisca una “devianza” dalla normalità piuttosto che un diverso modo di guardare e percepire il mondo circostante. Ogni anno, dunque, il 18 giugno (un giorno prima dell’iniziativa romana) e per tutto il corso del mese le organizzazioni delle persone autistiche e dei loro familiari si danno appuntamento per ricordare che molti comportamenti problematici legati all’autismo sono causa di un cattivo adattamento all’ambiente circostante, ostile e poco preparato ad accogliere la neurodiversità.
Erika Becerrra. Foto di Maurizio Cogliandro/Contrasto |
“L’obiettivo principale è quello di affermare l’incredibile potenziale nascosto e inespresso di tutte le persone appartenenti alle condizioni dello spettro autistico e di persuadere i cosiddetti neurotipici che ogni individuo con o senza autismo è unico e dovrebbe essere trattato come tale”, afferma Erika Becerrra, presidente dell’Associazione Asperger Pride, che ha organizzato l’evento insieme al Laboratorio di Neuroscienze cognitive e sociali dell’università La Sapienza Roma, le organizzazioni dei genitori come l’Angsa e il Gruppo Asperger e quelle dei professionisti quali Culturautismo, GiuliaParla e Il Prisma. “Le persone con Asperger possono rappresentare una risorsa per comprendere meglio le condizioni più gravi dello spettro autistico” prosegue Erika Becerra che, insieme ad altri due giovani Aspie come Mauro Ventura e Denise Bellofatto, ha avuto il merito di fondare la prima associazione di self-advocacy italiana. “Ma attenzione – ammonisce –. Se è sbagliato essere considerati soltanto per le nostre difficoltà, non va bene neppure l’opposto. In altre parole, non si può puntare soltanto sulle doti nascoste delle persone con sindrome di Asperger di cui tanto si parla oggi. Non siamo tutti geni”. (Antonella Patete)