29 marzo 2022 ore: 14:42
Non profit

Carovana di pace in Ucraina: 200 persone e 50 mezzi per portare beni di prima necessità

La campagna "Stop the war Now", a cui aderiscono 89 organizzazioni, promuove venerdì 1 aprile un'azione non violenta a sostegno della popolazione. Al ritorno la carovana porterà in Italia persone con fragilità in fuga dalla guerra. "Entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace"
Bandiera Pace

ROMA - L'iniziativa di pace Stop the war Now promuove venerdì 1 aprile un'azione nonviolenta in Ucraina: a partire una delegazione di 200 persone, appartenenti alle 89 organizzazioni della società civile italiana che aderiscono al progetto, con una carovana di 50 mezzi, per portare beni di prima di necessità alla popolazione. La carovana sarà in movimento dal 31 marzo al 3 aprile; la destinazione è Leopoli dove i partecipanti incontreranno sia organizzazioni della società civile, sia autorità religiose e civili. Al ritorno il convoglio permetterà a persone con fragilità di lasciare il loro paese in guerra e raggiungere l’Italia.

L'iniziativa ha il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana: parteciperanno giovani, operatici e operatori e dirigenti delle tante associazioni aderenti, religiosi, qualche amministratore locale, media. 

“Con i rappresentanti della società civile nonviolenta e pacifista e di altre realtà impegnate nella costruzione della pace, entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l’Italia”, scrivono i promotori nel loro manifesto. “Da sempre siamo accanto agli ultimi, al fianco delle vittime con azioni umanitarie e iniziative di solidarietà internazionale. Vengono momenti in cui però ‘la pace attende i suoi artefici’ e noi non possiamo disattenderla. Non vogliamo restare spettatori e sentiamo l’obbligo di esporci in prima persona”.

Da qui l’invito alle organizzazioni impegnate per la costruzione della pace e per la solidarietà internazionale “a dare la propria adesione, a prendere parte alla delegazione e a promuovere una serie di azioni di mobilitazione”.

Tra le organizzazioni aderenti  AOI, Cospe, Rete Disarmo, Focsiv, Pax Christi, Arci Libera, Cgil, Comunità Papa Giovanni XXIII, Nuovi Orizzonti, 6000 Sardine, Legambiente, Un ponte per, Terre des hommes e molti altri.

Un "nuovo" movimento della pace. “Alla luce degli avvenimenti tragici di queste ultime settimane, che non solo fanno migliaia di vittime e milioni di rifugiati, non solo minacciano il nostro futuro, ma hanno riportato alla luce quel 'Terribile amore per la guerra' che continua a dominare le nostre culture maschiliste e patriarcali, Cospe vuole assumere pienamente la responsabilità del ruolo che ci compete nella
costruzione di una 'nuova' cultura e di un 'nuovo' movimento della pace. 'Terribile amore per
la guerra', sono le parole che danno il titolo ad un libro del grande psicanalista americano James
Hillman. Quando lo lessi, in Ghana 15 anni fa, la mia prima missione Cospe, pensavo alla
vecchia Europa dei nazionalismi e della prima guerra mondiale Purtroppo oggi è più attuale che
mai”. Sono le parole del presidente Giorgio Menchini che, con la vice presidente Eleonora Migno, partirà domani per l’Ucraina con la carovana. Sabato 2 aprile la delegazione Cospe in Ucraina porterà una testimonianza diretta in collegamento da Leopoli con l’Assemblea dei soci.

La pace attende i suoi artefici. "Le immagini delle vittime e delle distruzioni nelle città e nelle campagne dilaniano le nostre coscienze. Non siamo neutrali. La guerra è una follia, distrugge la convivenza e la cooperazione tra Paesi e popoli, è la negazione dell’umanità. - scrive l'Associazione delle ong italiane (Aoi) -  Nel chiedere che si proclami immediatamente il cessate il fuoco, che si dia spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite per la risoluzione della controversia e che si consenta subito alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire, la Carovana della Pace vuole testimoniare la vicinanza alle vittime civili e dimostrare che si può fare qualcosa concretamente. Le organizzazioni di solidarietà e cooperazione internazionale da sempre sono accanto a chi subisce conflitti e guerre e con azioni e aiuti umanitari. Ci sono ong italiane che operano in Ucraina e ai confini in Polonia, Moldova, Romania per accogliere chi fugge. Lo fanno con fondi propri e risorse umane volontarie in partenariato tra loro e con le ong dei Paesi in cui agiscono. Anche il loro sforzo va sostenuto dando visibilità e valore. Il messaggio della Carovana è chiaro: “la pace attende i suoi artefici”, non possiamo disattenderla. Non c’è più tempo, bisogna agire per salvare vite umane e rafforzare l’appello per il ‘cessate il fuoco’.



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