Azzardo, in Italia quasi un milione di giocatori problematici
BOLOGNA – Novecentomila giocatori d’azzardo problematici, di cui 250 mila patologici. Più di 1 italiano su 2 afferma di avere giocato almeno una volta nella vita. Saranno questi i temi al centro del convegno "Smetto quando voglio" organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per sabato 27 giugno alle 9.45 al Teatro dell’Antoniano di Bologna. “Tra i vecchi biglietti della lotteria, le scommesse sportive, i gratta e vinci, le slot machine e i nuovi giochi online la tentazione è ovunque – spiega la Papa Giovanni, che da 40 anni gestisce numerose comunità terapeutiche –. Si gioca con l’illusione di cambiare vita ma anche per provare un’emozione diversa, regalarsi un’evasione”.
“I costi del gioco d’azzardo sono elevatissimi – spiega Matteo Iori, presidente Conagga, il Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo –, a livello personale, sociale e culturale. Perché la grande diffusione di un certo tipo di cultura, ovviamente fa sì che un altro tipo venga meno”. Sulla bilancia, le conseguenze negative e quelle positive: perché il gioco d’azzardo è anche una grande fonte di introiti per lo Stato. “Al momento, secondo alcune ricerche le entrate sono maggiori alle uscite, ma ciò non significa non doverne parlare. I costi economici, sociali e sanitari diretti e indiretti sono enormi”. Iori, tra i costi, inserisce anche la moglie e i figli dei giocatori, sulla cui vita si riflette un impatto negativo: “Quella del gioco d’azzardo è una delle patologie che più colpisce chi sta attorno al giocatore: si conta che, oltre a lui, siano 7/10 le persone che pagano le conseguenze della sua patologia”.
L’altro aspetto sul quale Iori mette l’accento, è il riordino dei giochi contenuto nella ‘Delega Fiscale’: approvata dal Parlamento, all’articolo 14 contiene una serie di norme che regolamentano il gioco d’azzardo e che il governo dovrà tradurre in un decreto legge (e di Delega Fiscale se ne discuterà – pare – nel Consiglio dei Ministri della prossima settimana). “In materia di giochi pubblici – si legge sul sito della Camera dei Deputati – si prevedono interventi volti, tra l'altro, a: tutelare i minori dalla pubblicità dei giochi e a recuperare i fenomeni di ludopatia; vietare la pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive nel rispetto dei principi sanciti in sede europea relativi alla tutela dei minori per i giochi con vincita in denaro che introducono comportamenti compulsivi; definire le fonti di regolazione dei diversi aspetti legati all'imposizione; armonizzare aggi e compensi spettanti ai concessionari; riordinare la disciplina dei controlli e dell'accertamento dei tributi gravanti sui giochi, nonché il sistema sanzionatorio”. Un riordino che ha già suscitato numerose critiche, da quelle del Movimento 5 Stelle in Parlamento a quelle del sindaco di Lecco Virginio Brivio: “Durante il convegno metterò in luce le parti più delicate della proposta: le sottoporrò a Pier Paolo Baretta, sottosegretario di Stato dell’economia e delle finanze. Serve un cambiamento radicale: non dimentichiamo che gli italiani perdono al gioco una cifra intorno ai 17 miliardi di euro su 84 giocati”. (Ambra Notari)