Azzardo, più slot che posti letto in ospedale. Baretta: "Intesa a rischio"
ROMA - In Italia ci sono più slot machine che posti letto in ospedale: se il numero delle macchinette da gioco ha infatti raggiunto la cifra di oltre 400mila, la capienza negli ospedali si ferma a 280mila. A fare il quadro della situazione è Filippo Torregiani, consulente della commissione parlamentare antimafia e del Cnca.
- “In un mercato così ampio – spiega Torrigiani – si sono infiltrati gli interessi dei malavitosi. La mafia non fa più morti ammazzati ma fa affari. Oggi la criminalità organizzata più forte è la ‘ndrangheta che è scesa a patti con il cartello colombiano. Le mafie fanno presto a riciclarsi se non si mettono paletti precisi”. Torrigiani ricorda che solo nel 2016 la raccolta del gioco d’azzardo è stata di 96 miliardi. “Di contro, negli ultimi anni gli italiani hanno perso giocando d’azzardo circa 180 miliardi di euro”, aggiunge. Per questo è necessario lavorare nei territori dove c’è una presenza capillare di attività di gioco.
Per don Armando Zappolini, presidente del Cnca, la priorità oggi più che mai “non è il massimo guadagno ma la tutela della salute e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. E’ stata fatta un’opera efficace da parte della Commissione Antimafia, ma ora serve un atto politico – aggiunge –. Speriamo che vengano emanati presto i decreti attuativi dell’intesa raggiunta in conferenza stato-regioni”.
A don Zappolini ha replicato il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta: “Mi chiedo: l’intesa regge?", ha detto. Secondo Baretta, infatti, oggi alcune regioni, come il Piemonte, si stanno muovendo come se non esistesse un’intesa, prevedendo regole più restrittive, mentre l’accordo richiede il rispetto dei numeri di offerta del gioco. Un problema che lo stesso sottosegretario porterà all’attenzione della prossima conferenza unificata e che nei fatti sta ritardando l’uscita dei decreti attuativi.
Secondo Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei deputati bisogna puntare sulla prevenzione, cominciando dalla scuola. “Occore dare strumenti agli insegnanti, oggi gli spot continui che ci sono sul gioco non fanno che agevolare quella campagna di persuasione su cui speculano anche le mafie – sottolinea – il messaggio che dovrebbe passare è un altro: comunque vada a vincere è un altro. Questo dobbiamo far capire innanzitutto ai giovani”. Per Stefano Vaccari, della commissione parlamentare antimafia, “le organizzazioni mafiose sono riuscite a entrare nel mondo dell’azzardo perché la normativa presenta ancora molte falle, è necessario dunque dare attuazione a quello che oggi l’Europa ci chiede – spiega – ridefinire la governance del settore con poteri rafforzati per alcuni soggetti”. (ec)