Bambina con Hiv rifiutata a scuola, Lila: “Lezioni a distanza? Proposta grave"
- ROMA – “E’ inaccettabile che nel 2015 accadano cose di questo tipo, che non coinvolgono evidentemente solo una persona, ma una collettività: non è stato solo preside, ma l’ufficio scolastico regionale a suggerire le lezioni a distanza. Ma non c’è nessuna legge che dica questo: c’è solo l’ignoranza e la grande responsabilità delle istituzioni”: così Massimo Oldrini, presidente di Lila, commenta la notizia della bambina con Hiv rifiutata dalle strutture di accoglienza e dalla scuola. “Di Hiv non si parla più – continua - e non parlarne più è una sconfitta per la nostra società. Questo episodio ci restituisce quanta ignoranza ci sia nel 2015 nel nostro paese, dove una bambina in pochi mesi è stata rifiutata da tante comunità di accoglienza: non ci stupisce che Capodarco si sia offerta, perché conosciamo bene questa esperienza. Stupisce invece il rifiuto di una rete sociale che dovrebbe includere e invece esclude. E poi, ancora più grave, c’è la ‘soluzione’ proposta dall’ufficio scolastico regionale: l’apprendimento a distanza. Come Lila, siamo disponibile a offrire tutto il supporto, anche legale, a questa famiglia e a questa comunità, per la battaglia di civiltà che stanno portando avanti. Ma quello che è successo ha procurato altre ferite a questa bambina e non sarà facile cancellarle. Questa storia – conclude – ci dice che lo stigma verso le persone con Hiv è altissimo, se arriva a colpire una bambina di 11 anni”. (cl)