Bar anti azzardo in 52 città: i gestori rinunciano a 1.500 euro al mese
boxROMA - Il 10 maggio a Roma sarà una grande festa, e anche un momento per tirare per la prima volta le fila - e decidere insieme un nuovo avvio - di un movimento spontaneo di indignazione e protesta costruttiva contro l’istigazione al gioco d’azzardo. Un movimento che ha toccato tutta l’Italia, coinvolto oltre 50 città di tutto lo stivale, migliaia di cittadini, 150 associazioni e enti locali. Arriva infatti a Roma alle ore 10 a largo Appio Claudio la campagna SlotMob. Anche nella capitale si premieranno, nella logica della formula SlotMob, quei bar ed esercenti che hanno rinunciato ai guadagni derivanti dalle slot machine: “Sarà un evento in cui da tutta Italia verranno coloro che in corso d’anno hanno partecipato ai vari Slotmob per premiare due bar selezionati con l’aiuto di Libera Presidio Roma 7, perché oltre a non avere le slot, si vuole anche essere sicuri che con i consumi premiamo persone che non sono legate in nessun modo alla criminalità organizzata” spiega Gabriele Mandolesi, tra i coordinatori a livello nazionale della campagna insieme a Carlo Cefaloni. “E’ importante essere in tanti e far sentire che, quando vogliono, i cittadini italiani sanno alzarsi in piedi e dire ad alta voce che una società fondata sull’azzardo non è gradita da queste parti”.
Argomentano i promotori: “Quando si parla dell’Italia e dei cittadini italiani, spesso uno dei primi stereotipi che vengono in mente è la pigrizia e l’essere in grado di accettare qualunque situazione: l’importante è non avere troppe preoccupazioni e magari riuscire a guadagnarci qualcosa a livello personale. Ci sono invece delle situazioni che dicono il contrario. Una di queste è la straordinaria scelta di baristi che rinunciano agli incassi elevati delle slot machine (1.500/2.000 euro al mese) perché la vita di qualcuno che si distrugge per la dipendenza da gioco vale molto di più. E altrettanto straordinaria è la reazione civile e colorata delle oltre 150 associazioni e Comuni che hanno aderito alla campagna Slotmob in tutta Italia, spendendo settimane intere a organizzare colazioni di massa per andare a premiare i baristi in 52 città. Con la loro scelta no slot, hanno bloccato un ingranaggio enorme che vede coinvolti politici, lobby e multinazionali”.
Alla base di tutto c’è la logica del mercato: “Premiare come consumatori i bar che hanno scelto di rinunciare alle Slot machines attraverso una colazione o aperitivo in centinaia, per allenarci a votare con il portafogli e sensibilizzare sul tema. In fondo, se da oggi scegliessimo di acquistare solo nei bar senza Slot, il problema sarebbe già risolto: nessun barista sarebbe disposto ad offrire sul mercato un prodotto che nessuno domanda”.
La campagna Slotmob è nata nel luglio 2013, promossa da vari esponenti della società civile e che ha visto l’input e l’adesione convinta di alcuni economisti tra cui Luigino Bruni di recente intervistato da Redattore Sociale. (ep)