10 giugno 2014 ore: 16:31
Disabilità

Barriere architettoniche al parco Cavina di Bologna: su 6 ingressi solo 1 accessibile

Disabili e mamme con i passeggini possono accedere al parco e all’annesso centro sportivo solo dall’entrata riservata agli automezzi. Segnalazioni, mail e appelli: la battaglia di un residente: “Le barriere architettoniche sono una sberla alla civiltà”
Barriere architettoniche parco cavina 2

Le barriere architettoniche al parco Cavina di Bologna

Le barriere architettoniche al parco Cavina di Bologna
Barriere architettoniche parco cavina 2

BOLOGNA - Si continua a parlare di barriere architettoniche nelle grandi città. Questa volta al centro del mirino c’è Bologna e il parco Cavina, nel quartiere periferico Borgo Panigale. Un parco dove passeggiare o dedicarsi al fitness, che accoglie al suo interno anche un centro sportivo. Ballo, tennis, calcio e ginnastica sono alcune delle attività che si possono praticare, insieme al nuoto (3 le piscine presenti, di cui 2 all’aperto). Il parco è frequentato da molte persone e vi si accede da 6 diversi ingressi. Di questi però solo uno è accessibile ai disabili, lo stesso usato per gli automezzi che ha comunque uno sbarramento mobile. Gli altri presentano ostacoli fissi fatti di paletti in verticale e orizzontale, per impedire l’ingresso ai motocicli. Ciò significa che per una persona in sedia a ruote o con una mobilità fisica ridotta anche se temporanea o per una mamma con passeggino al seguito è quasi impossibile entrare, se non dopo una serie di peripezie da far invidia al miglior contorsionista.

Barriere architettoniche parco cavina 2

Alcuni cittadini hanno denunciato la situazione. Tra questi il più grande sostenitore della battaglia contro le barriere architettoniche è Luciano Serio, residente a Borgo Panigale che frequenta il parco per i suoi allenamenti. Una battaglia che parte da un cittadino a difesa dei diritti dei disabili, e non solo, affinché il parco comunale e il centro sportivo annesso possano essere fruibili da tutti. Gli ingressi del “Centro sportivo Cavina – dice Serio – sono uno schiaffo alla libertà di movimento perché le barriere architettoniche sono, letteralmente, una sberla, un ceffone, alla civiltà”. Serio ha segnalato il problema diverse volte, ma “nonostante gli appelli e le e-mail nulla si muove. Chi mi ha risposto – continua – è stato ‘tiepidamente gentile’ ma poi non si appassiona al problema”. Lui la sua battaglia la sta portando avanti convinto che “la politica si occupi poco, ancora troppo poco, dei cittadini più importanti, i fragili”.

Anche Nicola De Filippo è a conoscenza del problema: il presidente del Quartiere Borgo Panigale sa dell’esistenza di barriere architettoniche al parco Cavina e, spiega, “è una questione già sottoposta all’attenzione del Comune”. Dunque si aspetta un sopralluogo da parte dei tecnici che valuteranno gli interventi da fare. Poi, si procederà per eliminare le barriere. Ma i tempi non si conoscono anche se De Filippo assicura che “la pressione da parte del Quartiere c’è”.

“Se mi danno l’autorizzazione le vado a smontare direttamente io le sbarre che ostacolano il passaggio, sembrano facili da togliere – spiega ancora Serio – Comincio a sentirmi patetico nel continuare a segnalare il problema”. Non si sa quanti siano i disabili o le mamme con il passeggino che ogni giorno frequentano il parco e il centro sportivo ma, probabilmente, conclude Serio, “non ci sono perché non si può entrare”. Intanto lui non demorde e continuerà la sua battaglia “come una goccia cinese...”. (irene leonardi) 

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