24 maggio 2011 ore: 13:07
Disabilità

Barriere architettoniche, l'Abruzzo taglia i fondi. Associazioni in piazza

Venti organizzazioni nella sede del Consiglio regionale annunciano lo stato di agitazione contro un provvedimento incostituzionale che impedisce a migliaia di persone di rendere accessibile la propria abitazione
Scale, barriere architettoniche
PESCARA - La Regione Abruzzo con un provvedimento retroattivo al 2007 ha annullato i fondi previsti della legge nazionale 13 del 9 gennaio 89 per lo stanziamento di risorse economiche per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. La notizia venuta alla luce qualche settimana fa, ha messo in agitazione le associazioni che in regione si occupano a vario titolo di  disabilità, le quali stamani si sono presentate a Pescara nella sede del Consiglio Regionale, per dire no a un provvedimento che impedisce a migliaia di persone di rendere accessibile la propria abitazione attraverso l’installazione di rampe o ascensori, l’ampliamento delle porte, l’adeguamento dei bagni e cucine, e che toglie il diritto di accedere ai contributi autorizzati dalla stessa Regione dall’anno 2007 per i quali molte famiglie hanno dovuto anticipare la spesa.
 
“Queste motivazioni - ha spiegato Claudio Ferrante, rappresentante dell’associazione “Carrozzine Determinate” - hanno spinto le associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità a unire le loro voci contro un provvedimento incostituzionale in quanto, entrato in vigore con effetto retroattivo,  che viola quelli che sono i diritti acquisiti dai suoi cittadini e contrasta con l’articolo 3 della convenzione Onu sui diritti del persone con disabilità, già legge di stato”. Una norma che per le 20 single associative ritrovatesi stamani a Pescara, rappresenta un’ulteriore offesa della politica regionale alle persone con disabilità, che va ad aggiungersi ai tagli riguardanti l’intero settore delle politiche sociali e della riabilitazione psico-fisica, al fallimento della legge sul collocamento obbligatorio (68/99) e alla mancata costituzione della Consulta regionale sui problemi dell’handicap. Per tutti questi motivi le organizzazioni chiedono alle istituzioni locali di rimboccarsi le maniche in materia di disabilità e politiche sociali e di rinunciare al taglio dei fondi spettanti a un settore di così vitale importanza per migliaia di famiglie abruzzesi.

Una richiesta imprescindibile che verrà ripresentata venerdì 27 maggio fuori dal palazzo della regione Abruzzo, in viale Bovio, quando le associazioni porteranno stampelle, bende, tappi per orecchie, passeggini e carrozzine vuote per far conoscere da vicino ai politici regionali le difficoltà create dalle barriere architettoniche a mamme con bambini piccoli, ad anziani, disabili in carrozzina, disabili visivi, sordomuti, e tutti coloro che hanno problemi motori temporanei o permanenti.“ Ma se anche questa manifestazione non dovesse bastare - ha annunciato Ferrante - metteremo in atto un sit-in di protesta a luglio davanti la Regione per esigere che vengano rispettati i nostri diritti, già tutelati da leggi internazionali, nazionali e regionali, ma costantemente calpestati dalle amministrazioni pubbliche locali” (lc)
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