Barriere architettoniche, l'Emilia Romagna stanzia 2 milioni per eliminarle
BOLOGNA - Aumentano le risorse del Fondo regionale (istituito nel 2013) per contributi a fondo perduto per abbattere le barriere architettoniche in edifici privati. La Regione ha, infatti, stanziato un milione di euro che va ad aggiungersi a quello già previsto dal Piano Casa, portando le risorse totali a 2 milioni di euro. Si è detta soddisfatta dell’impegno aggiuntivo della Giunta su questo versante la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini. “Una Regione che si dice moderna e dinamica non può non prestare un’attenzione altissima a chi ha enormi e quotidiane difficoltà a transitare nei luoghi pubblici o ad accedere agli spazi desiderati – ha affermato la vicepresidente che, oltre al Welfare, ha anche la delega alle Politiche abitative – In questo modo, accogliamo, con spirito pratico, tutte le domande presentate dai Comuni sul Fondo regionale, augurandoci che lo Stato riprenda quanto prima a finanziare le graduatorie nazionali. Noi – continua – abbiamo scelto tra gli obiettivi finanziabili dall’assestamento questa priorità. È il compito più proprio degli enti regionali stare dalla parte dei cittadini, sempre e comunque”.
Il Fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche è stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna con la legge 24/2001 a fronte del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale previsto dalla legge 13/1989 e con l’obiettivo di dare risposta alle numerose domande per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Sono 468 le domande di contributo arrivate dai Comuni e ammesse al contributo, per un fabbisogno di poco superiore ai 2 milioni di euro che l’ulteriore stanziamento della Giunta consente di coprire: 111 domande sono arrivate da Bologna, 75 da Modena, 59 da Ravenna, 55 da Rimini, 53 da Reggio Emilia, 33 da Forlì, 25 da Ferrara e 19 da Piacenza. Nell’ambito delle graduatorie si formano due categorie di invalidità, “totali” e “parziali”, e le domande vengono collocate in ordine crescente del valore Isee del nucleo famigliare di appartenenza dell’invalido che richiede il contributo. (lp)