Bartoli (Lega del Filo d'oro): in Italia 2.500 persone sordocieche
Roma - "In Italia le persone sordocieche, tra bambini e anziani, sono all'incirca 2.500. Si parla quindi di alcune migliaia di persone, anche se il numero va perfezionato: l'Istat, proprio di recente, ha svolto un'indagine su questo tema e tra qualche settimana è previsto un incontro nel quale verra' presentata una stima piu' precisa sui casi di sordocecita' nel nostro Paese". Cosi' Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d'Oro, intervistato dalla Dire a margine della presentazione a Roma della nuova campagna 'Non lascio, ma raddoppio', un'iniziativa che ha l'obiettivo di raccogliere fondi per portare a termine la costruzione del nuovo Centro nazionale di Osimo (in provincia di Ancona) e continuare a garantire cura e assistenza a chi non puo' vedere, sentire e parlare.
"Oggi - ha spiegato Bartoli - presentiamo il nuovo spot 'Non lascio, ma raddoppio', che e' stato realizzato con Renzo Arbore, Neri Marcore' e Sofia, una ragazza seguita dal nostro centro di Osimo, per promuovere una raccolta fondi a livello nazionale per la costruzione di un centro che stiamo realizzando ad Osimo. Tale centro ha la finalita' di diminuire le liste di attesa, offrire ambienti molto piu' adeguati per le attivita' e, soprattutto, consentire di ospitare contemporaneamente anche le famiglie. Una struttura molto importante, quindi, dove e' presente anche un centro di ricerca e uno di documentazione, oltre che un'attivita' per formare tutti gli operatori. È un'iniziativa, insomma, che oltre ad essere particolarmente impegnativa come investimento, da' delle risposte concrete a tanti bambini, giovani e adulti sordociechi e con pluriminorazioni".
Ma cosa c'e' da fare, ancora, per queste persone? "Noi siamo stati tra quelli- ha risposto il segretario generale della Lega del Filo d'Oro- che hanno promosso una legge (la 107 del 2010) che riconoscere i diritti delle persone sordocieche. Ora, pero', stiamo cercando di far si' che questa legge venga realmente attuata e che i diritti di queste persone ad avere un'istruzione, un'educazione, una riabilitazione e la possibilita' di comunicare con il mondo esterno siano effettivamente rispettati. Ma questo significa disporre di apparecchiature, personale idoneo e interpreti quando sono necessari- ha concluso Bartoli- a seconda dei sistemi di comunicazione". (DIRE)