Beccaria. Il Garante dei detenuti: “Episodio grave, ma giustizia minorile funziona”
“Resta però un tema su cui si deve ragionare - aggiunge la nota -: è quello della maggiore difficoltà che la privazione della libertà determina oggi in giovani complessivamente più fragili che in passato. In particolare, perché hanno costruito – e costruiscono – la propria apparente identità attraverso sistemi virtuali di comunicazione che hanno una scarsa capacità di connessione con la durezza di una situazione reale quale è la privazione della libertà. All’interno di una istituzione detentiva, dove ovviamente si interrompe quel tipo di connessione, anche perché non si ha più il cellulare che sembrava comprendere tutto il proprio mondo, ci si ritrova soli in una situazione che non si sa gestire, se non con rabbia e fuga. Occorre ragionare su questi aspetti, oltre che, doverosamente, risolvere quei nodi che garantiscano condizioni dignitose e al contempo sicure, senza limitarsi ad affrontare la questione in termini di rafforzamento dell’esistente o ancor meno di contrapposizione ideologica”.