Big Data e terzo settore, un percorso sulla trasformazione digitale del non profit
BOLOGNA - Un percorso formativo rivolto agli operatori delle organizzazioni non profit sulla trasformazione digitale. Sviluppato da Fondazione Carisbo in collaborazione con TechSoup e il Centro servizi per il volontariato VolaBo nell’ambito dell’offerta formativa Università del Volontariato, si chiama “Empowering Non Profit”. Realizzato a Bologna negli spazi di BIG – Boost Innovation Garage, rappresenta il primo percorso formativo interamente dedicato al Terzo settore e alle organizzazioni operanti nell’area metropolitana.
Innovazione digitale e big data applicati alla lotta al cambiamento climatico; innovazione sociale mediante tecnologie digitali per lo sviluppo di nuove soluzione alle sfide del nostro tempo; opportunità a supporto delle imprese nei processi di crescita e innovazione: queste le tematiche che saranno affrontate nei 10 workshop, in calendario tra settembre e novembre 2021 (la partecipazione è gratuita previa iscrizione – il numero è chiuso). Obiettivo a breve termine, fornire le conoscenze teoriche di base necessarie per orientarsi nei temi della trasformazione digitale e per acquisire competenze tecniche essenziali per l’utilizzo di alcuni strumenti digitali utili, in particolare per il lavoro da remoto, la gestione dei dati e la comunicazione (in particolare in questo specifico frangente di ripartenza). Obiettivo a lungo termine, aiutare gli operatore del Terzo settore a intraprendere un vero e proprio percorso di trasformazione digitale, coinvolgendo la propria organizzazione in un processo di cambiamento a lungo termine. Un approccio approfondito sarà dedicato anche alle strategie di fundraising in chiave digitale, a partire dalle basi per stabilire una relazione fiduciaria con i propri donatori fino alla creazione di touch point digitali (sito e campagne web) volti all’acquisizione di nuovi donatori e alla fidelizzazione di essi.
“È ormai noto quanto le organizzazioni non profit, non soltanto quelle impegnate sul fronte sanitario, abbiano dovuto fronteggiare una crisi senza precedenti a seguito della pandemia da coronavirus – spiega Carlo Cipolli, Presidente di Fondazione Carisbo –. Molte indagini hanno documentato una drastica riduzione delle attività del terzo settore durante l’emergenza, nel mantenimento così come nel ripristino dei servizi offerti, a causa di prolungate restrizioni che hanno gravato in particolare su attività essenziali come quelle relazionali. Con questo percorso vogliamo intercettare le esigenze evidenziate dai nuovi profili di fragilità digitale emersi – in particolare, isolamento ed esclusione in assenza di strumenti adeguati per connettersi in rete – e offrire risposte adeguate e tempestive”.
“La riforma del Terzo settore – conclude Alessio Fustini, Segretario generale della Fondazione – ha contribuito a definire un quadro giuridico più preciso dal quale si delineano nuove condizioni e opportunità. È il momento opportuno affinché l’impegno in innovazione diventi un obiettivo strategico e una pratica accessibile agli enti di Terzo settore”.