16 settembre 2015 ore: 15:45
Famiglia

Bimbi senza banchi: "La maggior parte di loro vive in strutture occupate"

La denuncia arriva da collettivi e Asia Usb: senza residenza, difficile trovare una classe per parte dei minori in età scolastica. Greppi (Osservatorio respingimenti scolastici): “Modificare il Piano Casa sarebbe un bel passo avanti”
Scuola. Aula, lavagna e banchi

BOLOGNA - Anche per quest’anno, le scuole hanno riaperto i battenti. Anche per quest’anno, i dirigenti scolastici e le famiglie si sono trovati a fare i conti con un numero in crescita di studenti, complici i flussi migratori. Non tutti i minori neo arrivati in territorio italiano e quindi bolognese, però, sono riusciti a trovare una classe: si calcola che, solo nel capoluogo, tra i 20 e i 30 bambini siano senza banco. I problemi maggiori si sono riscontrati nei quartieri a più alta incidenza di minori di origine straniera in età scolastica.

-Il nocciolo della questione sono i minori in età scolastica che vivono nelle strutture occupate – spiega Andrea Greppi della Scuola di italiano con migranti XM24, che con il Coordinamento migranti si occupa dell’osservatorio per monitorare gli eventuali ‘respingimenti scolastici’ –. Molti di loro non hanno la residenza, di conseguenza è particolarmente difficile inserirli nelle liste. E spesso finiscono in scuole lontano da casa”. Secondo Greppi, il problema non è che all’inizio: il momento più critico si registrerà quando i genitori, appena arrivati in città, porteranno i loro figli direttamente a scuola, senza averli iscritti. “Noi, insieme con i Cobas, monitoriamo la situazione e appoggeremo i casi più difficili”.

“Quest’anno abbiamo provato a iscrivere una decina di minori dell’occupazione dell’ex Beretta all’Istituto comprensivo 8 – conferma Giorgio Simbola di Asia Usb –. Il dirigente ci ha detto che non ci sono più posti disponibili. All’iscrizione dei bimbi di 3/5 anni alle materne ci abbiamo direttamente rinunciato”. Anche Simbola, comunque, solleva la questione della residenza: “Per gli occupanti dell’ex Beretta stiamo pensando a una convivenza anagrafica (con convivenza anagrafica si intende un insieme di persone normalmente coabitanti, aventi dimora abituale nello stesso comune per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili, ndr) presso il centro sociale Lazzaretto. Speriamo”.

Più tranquilla, invece, la gestione all’ex Telecom: “Tra ex Telecom e via De Maria contiamo circa 90 ragazzi tra i 6 e i 18 anni – spiega Luca Simoni di Social Log –. Al momento, solo un ragazzino che dovrebbe andare alle elementari e uno di 16 anni che dovrebbe frequentare le superiori non hanno trovato posto, ma abbiamo fiducia che entro breve una soluzione si trovi”. Anche in questi casi, nessun bambino è stato iscritto alle materne: “All’asilo vanno solo i piccoli che hanno ancora attiva una vecchia residenza: per tutti gli altri, stiamo attivando una specie di nido famiglia, gestito da mamme che si sono offerte di tenere anche i figli di donne che hanno trovato un lavoretto. Il vero problema, secondo me, le scuole di Bologna lo riscontreranno al momento dei ricongiungimenti in corso d’anno”.

“Tra ex Telecom, via Irnerio, ex Beretta, via Toscana, Mura di Porta Galliera e via De Maria ci sono circa 150 ragazzi tra 6 e 14 anni – conclude Greppi –. Ovviamente la maggior parte una classe ce l’ha, ma altri no, soprattutto quelli che si sono trasferiti da poco”. Greppi chiede che ogni scuola, ogni anno, sia messa nelle condizioni di prevedere gli arrivi e di muovere il numero delle classi, per adattarle alle richieste che arrivano: “Se si riuscisse a modificare il punto 5 del Piano Casa, dando la possibilità a chi occupa di avere lì la residenza, faremmo un bel passo in avanti. Se l’amministrazione ha scelto di dare l’acqua agli occupanti, non può anche intervenire su questo passaggio?”.

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