16 giugno 2014 ore: 11:58
Disabilità

Bimbo Down rifiutato al centro estivo, il padre lancia una campagna su Facebook

E' successo a Roma. La motivazione del titolare: "Non vorrei che gli altri ragazzi a casa si lamentino di Danilo, e magari i genitori portino via i loro figli dal centro". Indignazione sul web: "Basta operatori improvvisati, spazio a chi è qualificato"
Bimbo down rifiutato dal centro estivo

boxROMA – “Ho lanciato un iniziativa: pubblichiamo le foto dei nostri bambini, visto che qualcuno ancora crede che possono essere pericolosi". L’iniziativa è lanciata su Facebook da Andrea Mantovani, papà di Danilo, un bambino con sindrome di Down che l’altro giorno è stato rifiutato dal gestore di un campus estivo a Roma, il centro estivo Ottavia in via delle Canossiane rivolto a bambini da 4 a 13 anni.

Andrea e sua moglie qualche giorno fa hanno portato Danilo al centro estivo, “il cui responsabile è un professore delle medie di zona”, dopo aver avvisato che il bambino ha la sindrome di Down. “Avevamo parlato dicendo che Dany è gestibile, certo ci vuole un po’ di impegno in più. Ma anche l’anno scorso lo abbiamo portato ad un centro dove ci fecero i complimenti per il suo comportamento. Certo dava un po’ da fare ma non più di altri .. insomma dopo la premessa questa mattina lo abbiamo portato, lui iper felice...lì c'era la piscina, il campetto, pallone e minibasket. Sono andato a prenderlo alle 16,30 e ho visto molti bambini, ma solo una ragazza e un assistente e il titolare, un certo Ivano, mi dicono che mi voleva parlare. Beh, ha detto che era molto dispiaciuto, ma Danilo non poteva frequentare, era difficile da gestire e lui non aveva personale da dedicargli”. A quel punto “con un cuore minuscolo” Andrea ha provato a dire che, se eventualmente avevano un tutor da dedicargli, “lo avrei pagato a parte, oppure se potevo metterlo io: la risposta è stata ‘no’: “Sai, poi non vorrei che crei problemi agli altri bambini che, tornati a casa, si lamentino di Danilo… e magari i genitori portino via i loro figli dal centro”.

Prosegue Andrea: “A questo punto ho capito che il problema non era il comportamento di Dany, ma era Dany. Avevano paura di perdere soldi”. Commenta il papà con amarezza: “Certo, 15 euro al giorno a bambino per 20-30 bambini sono un capitale, e gestiti in 3 o 4 persone poi…E non possono mica permettere che un bambino ‘diverso’ possa infastidire qualcuno. Ragazzi, ero fuori di me”. Ma non basta: “Gli ho chiesto se dovevo pagare il giorno, cosa alla quale non hanno rinunciato: ho dato i 15 euro e non mi hanno fatto nessuna ricevuta (cosa che tornerò domani a chiedere), ho ripreso il mio piccolo e le sue cose e me lo sono portato via. Con lui che salutava tutti e diceva ci vediamo domani”.

Sulla rete a cui Andrea ha affidato il racconto della vicenda si susseguono gli attestati di vicinanza a Danilo e alla sua famiglia e di condanna per il comportamento dello staff del centro estivo romano. Diversi esprimono indignazione e tristezza, e scrivono che “qualora la notizia fosse fondata speriamo di cuore che gli amministratori del municipio in ascolto intervengano immediatamente e con urgenza sul centro estivo Ottavia di via delle Canossiane”. Sirio Leoncini è il coordinatore della scuola di nuoto società polisportiva Delta e si scaglia contro l’incompetenza e l’improvvisazione di operatori estivi che non sanno stare con i bambini: “Il sapere e la competenza non sono da tutti, spesso ci improvvisiamo in mestieri… Quello di insegnanti in discipline sportive e non è un mestiere delicato e poliedrico e capace di adattarsi ad ogni circostanza e integrare situazioni non sempre uguali. Per questo, da padre e insegnante prego gentilmente questi millantatori di farsi da parte e lasciare lavorare le persone qualificate. Non è accettabile – continua Leoncini – rifiutare un bambino per nessuna ragione al mondo. Non è un bambino Down a creare problemi agli altri ragazzi ma la disorganizzazione e l’incompetenza. Forse per alcuni è un fatto meramente economico… Io ho avuto modo e piacere di conoscere Danilo – conclude l’insegnante -: un bambino meraviglioso e pieno di gioia e vitalità che da più di due anni nuota nella nostra struttura e non ha mai creato alcun tipo di problemi e difficoltà né agli istruttori né agli altri ragazzi”.

E oggi Andrea, il papà di Danilo, lancia su Facebook la sua campagna. Oltre all’invito a pubblicare foto e video di questi bambini “pericolosi”, chiede a chi ha vissuto o sta vivendo esperienze simili a raccontarle: “Mi rivolgo a tutti coloro che hanno subito una qualche forma di ingiustizia, un’esperienza analoga che vi ha turbato, deluso, a scuola, nel lavoro, nello svago. Potete scrivere anche in privato, con la certezza che daremo seguito alla cosa. L’unione fa la forza”. 

Intanto Andrea richiama il video toccante e divertente dell’anno scorso, 4 giugno 2014, che racconta la visita di Danilo alla Questura di Roma e pubblicato sulla pagina Facebook della Questura stessa: la volante 6 e la volante 9 lo avevano atteso fuori la scuola facendogli una sorpresa e lo avevano accompagnato in Questura per realizzare il suo sogno di essere poliziotto per un giorno. “Eh sì – ironizza oggi papà Andrea – i poliziotti lo avevano capito già un anno fa che il mio Danilo era un tipo pericoloso… lo avevano arrestato già”. (ep) 

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