Entro il 15 ottobre il campo di Chouchua, in Tunisia, sarà definitivamente smantellato senza che sia stata trovata una soluzione per i profughi che ancora ci vivono, in condizioni disumane. Da quando l'Unhcr ha abbandonato il campo, nel 2013, mancano cibo, acqua e servizi sanitari
Antonio Zambardino/Contrasto
ROMA - Sono qualche centinaio di persone e per la maggior parte sono arrivate in Tunisia fuggendo dalla guerra in Libia del 2011. Ora rischiano di finire definitivamente nell'oblio.
La Croce Rossa tunisina e l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, hanno dato l’annuncio ufficiale lo scorso 3 ottobre, proprio mentre in Italia si celebrava la ricorrenza del naufragio di Lampedusa. Entro il 15 ottobre il campo di Chouchua, in Tunisia, sarà definitivamente smantellato senza che però sia stata trovata una soluzione per i profughi che ancora ci vivono.
“Gli abitanti di Choucha - spiega Martina Tazzioli ricercatrice e attivista sul tema delle migrazioni intervistata dall'
agenzia Amisnet, - hanno sempre sottolineato le condizioni disumane in cui sono costrette a vivere in mezzo al deserto, ma allo stesso tempo il campo è diventato per loro un luogo di resistenza, un luogo per dire: 'No noi non accettiamo di essere abbandonati'".
boxAperto nel 2011 a seguito della guerra in Libia contro Gheddafi, il campo ha accolto decine di migliaia di persone in fuga, successivamente, ma solo in parte, ricollocate in paesi del nord America o nord Europa. Gestito dall’
Unhcr, il campo è stato ufficialmente chiuso nel giugno del 2013, ma ha continuato ad essere abitato da quei migranti che nonostante la fuga dalla Libia non hanno mai ottenuto il riconoscimento di rifugiato o che sono scappati “troppo tardi” per rientrare nello speciale programma di ricollocamanto dello stesso Unhcr e riuscire ad ottenere un visto per un altro paese.
Per oltre un anno Choucha, che si trova in un’area isolata e semi desertica della Tunisia a 20 km circa dalla Libia, ha continuato ad essere abitata da decine di famiglie di scampati dalla guerra contro Gheddafi, in condizioni a dir poco drammatiche. Dopo la partenza dell’Unhcr sono stati infatti tagliati l’approvvigionamento di acqua, cibo e i principali servizi interni come l’infermeria.
Nonostante le numerose manifestazioni e sit in di protesta portati avanti dai migranti in tutti questi anni il dramma di Choucha non è mai stato preso seriamente in considerazione, spingendo molti a preferire un viaggio sulle carrette del mare dirette a Lampedusa piuttosto di rimanere in Tunisia senza la garanzia di una tutela. Alcune delle persone scomparse nei naufragi del Mediterraneo provenivano proprio da Choucha.