3 gennaio 2025 ore: 16:06
Welfare

Bologna, Acli: così l'assegno di inclusione scoraggia le famiglie povere

Sono calate le famiglie a basso reddito che chiedono il calcolo dell'Isee necessario per accedere al sostegno. "C'è una difficoltà a comprendere le dinamiche di queste misure di welfare e complicazioni burocratiche". Un  67enne con figlio disabile escluso: "Così finisco alla Caritas"
Lente di ingrandimento su monete euro - Economia, povertà

BOLOGNA - Nel passaggio dal Reddito di cittadinanza all'Assegno di inclusione (Adi), entrato in vigore all'inizio dell'anno scorso, sono calate le famiglie a basso reddito che chiedono il calcolo dell'Isee necessario per accedere al sostegno. E' la fotografia scattata dalle Acli di Bologna, sulla base dei dati che arrivano dai propri sportelli di Caf e Patronato. "Temiamo che ci sia una difficoltà da parte delle persone comuni nel comprendere le dinamiche di queste misure di welfare e che ci sia una complicazione burocratica anche nel presentare le domande", afferma in conferenza stampa la presidente delle Acli bolognesi Chiara Pazzaglia.

I dati del 2024 fanno emergere "uno scoraggiamento da parte delle fasce più deboli nel richiedere le misure", spiega Simone Zucca, direttore del Caf: infatti "il numero di persone che si rivolgono ai nostri sportelli per elaborare le dichiarazioni Isee è costante se non in aumento, ma si riducono le persone e i nuclei familiari con Isee inferiore a 9.360 euro, cioè il primo requisito per l'allora Reddito di cittadinanza oggi Adi". Cifre alla mano, i Caf Acli di Bologna hanno elaborato 20.772 dichiarazioni nel 2022, 21.540 nel 2023 e 23.515 nel 2024. Ma sono scese da 4.088 a 3.842 e poi a 3.142 le dichiarazioni di famiglie residenti a Bologna con Isee sotto 9.360 euro. Insomma nelle pratiche Isee "troviamo meno utenti in quella fascia ma- sottolinea Zucca- sono comunque persone che si rivolgono a noi per altri servizi e per capire quando possono meritare eventuali bonus", ad esempio sulle utenze. Ma in casa Acli si guarda anche a quelle famiglie che "per colpa di un algoritmo", come dice Zucca, sono rimaste fuori dall'Adi solo per pochi euro: cioè la fascia tra i 9.360 e i 10.000, cifra molto vicina alla nuova soglia dei 10.140 euro che entra in vigore con il 2025.

Rientrano in questa casistica 221 nuclei, solo tra quelli residenti a Bologna e che si sono rivolti alle Acli: "Famiglie a cui abbiamo tolto la dignità", dichiara Filippo Diaco, presidente del Patronato Acli, cioè gli uffici che una volta ottenuto l'Isee si occupano delle domande vere e proprie di sussidio. E in questo caso, il crollo è drastico: 1.101 le pratiche del 2024 contro le 27.175 precedenti. Come vanno poi a finire? Delle 498 domande esaminate al Patronato di Bologna centrale, spiega Diaco, 169 sono state accolte, 258 respinte, 10 sospese per accertamenti e sette per verifica dei documenti, 27 annullate e 22 sono decadute per la perdita dei requisiti in corso d'anno.

"Ma quelli che stabiliscono i parametri e stanno al Governo ci vanno a fare la spesa? Sanno quanto costa la vita?", protesta il 67enne Arnaldo Baruffaldi, vigile del fuoco in pensione, che convive con un figlio disabile al 100%. E' uno dei 221 casi-beffa già citati: "Prima Arnaldo prendeva la pensione di cittadinanza e l'anno scorso non ha percepito l'Adi nonostante per lui la situazione non sia cambiata", spiega Zucca. "Noi familiari di persone diversamente abili siamo alla canna del gas", avverte Baruffaldi, "se va avanti così mi vedrò costretto ad andare alla Caritas". L'ex pompiere invoca una pensione ad hoc per chi assiste un familiare disabile ma, intanto, chiede almeno di poter scaricare dal reddito non solo i contributi bensì l'intera cifra spesa per pagare la collaboratrice domestica che lo aiuta in casa: questo "per evitare di fare del nero", segnala. E infatti le Acli hanno "fondati sospetti" che in molti casi accasa proprio questo, avverte Pazzaglia, visto che "quest'anno c'è stato un calo notevole delle assunzioni di badanti e questo ovviamente non perché ci sia meno bisogno". (DIRE)

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