12 giugno 2014 ore: 15:26
Non profit

Bologna: aprono le “case Zanardi”, welfare dal basso contro le nuove povertà

Ispirate ai magazzini Zanardi realizzati dallo storico sindaco, sono pronte ad aprire i battenti 7 "case della solidarietà", per un totale di 11 progetti. Dagli empori solidali ai corsi di formazione, dagli orti multifunzionali alla fabbrica di risciò. Il 14 giugno la presentazione
G.a.c Mostra nel dormitorio - Casa gialla 8

BOLOGNA – Nell’anno del centenario dell’apertura dei magazzini Zanardi, fortemente voluti dal primo sindaco socialista della città, Bologna vara gli omonimi progetti ‘Case Zanardi’, creati grazie al lavoro di amministrazione e Istituzione per l’inclusione sociale don Paolo Serra Zanetti. Nel 1914, Francesco Zanardi aiutò i cittadini a sopravvivere alla prima guerra mondiale, nel 2014 il Comune promuove interventi per contrastare le nuove forme di povertà ed esclusione sociale che sempre più colpiscono anche i cittadini bolognesi. “‘Case Zanardi’, 7 spazi materiali per un totale di 11 ‘case’ (alcuni progetti sono trasversali), coinvolge più di 100 realtà del terzo settore, tra associazioni, cooperative, organizzazioni di volontariato e università. Sono circa 200 i volontari già impegnati”, spiega Berardino Cocchianella, direttore dell’Istituzione per l’inclusione sociale. Così, grazie a 500 mila euro provenienti dal Fondo comunale anticrisi del 2013, sono stati attivati cantieri di utilità comune, laboratori di riuso e riciclo, orti e vivai urbani, percorsi di formazione, tirocinio e inserimento lavorativo (circa 300), oltre ai cosiddetti market solidali, punti di smistamento e raccolta di generi alimentari: in via Agucchi (per il progetto ‘A Pescarola’), via Abba (‘Gallina vecchia’), via Barozzi (‘Banco di solidarietà), via Capo di Lucca (dal prossimo autunno).

Quattro i quartieri bolognesi coinvolti – Navile, San Donato, San Vitale, Savena –, che accolgono un numero crescente di famiglie che chiedono aiuti temporanei; chiamati a fare i conti con un’alta dispersione scolastica, che tra primo e secondo anno delle superiori arriva al 17 per cento. Dilagante anche il problema degli over 50 che faticano a trovare impiego e dei working poor, lavoratori con stipendi così bassi da non bastare per vivere. “Lavoriamo per valorizzare le risorse materiali e umane presenti sul territorio, all’insegna del contrasto allo spreco di beni, lavoro e relazioni, che chiama alla partecipazione anche i singoli cittadini con campagne mirate di crowdfunding e reclutamento dei volontari”, racconta Cocchianella.

Qualche esempio? Il centro Zanardi ‘A Pescarola’ prevede percorsi di inclusione sociale e lavorativa per donne di altre culture e interventi di riqualificazione degli spazi comuni, oltre che l’emporio alimentare. Il progetto ‘Bio-social’ in zona Roveri mira a coinvolgere attivamente le fasce deboli della popolazione in percorsi di transizione al lavoro e all’auto-imprenditorialità attraverso la coltivazione su uno spazio ortivo multifunzionale; la produzione, grazie alla creazione di una cucina ‘ECO.nomica’ e la distribuzione, attraverso un catering multietnico. Il progetto ‘Terra Verde’ si propone di formare giovani dai 17 ai 25 anni in maniera innovativa: in una scuola cantiere. Prevede, infatti, un intervento di arredo urbano in un’area verde da riqualificare, vicino al percorso naturalistico del Navile e gli insediamenti artigianali in disuso. In zona Pilastro, l’idea è quella di creare uno spazio informativo e una sezione della biblioteca del Centro documentazione handicap dedicata ai libri accessibili. In cantiere, anche il progetto dell’officina collettiva dove progettare e costruire risciò utilizzando materiali da riciclo. Al momento, ancora si è alla ricerca dell’individuazione del locale adatto. I progetti Case Zanardi saranno presentati sabato 14 giugno a partire dalle 9.30 in via Capo di Lucca 37. (ambra notari) 

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