Bologna: aprono le “case Zanardi”, welfare dal basso contro le nuove povertà
BOLOGNA – Nell’anno del centenario dell’apertura dei magazzini Zanardi, fortemente voluti dal primo sindaco socialista della città, Bologna vara gli omonimi progetti ‘Case Zanardi’, creati grazie al lavoro di amministrazione e Istituzione per l’inclusione sociale don Paolo Serra Zanetti. Nel 1914, Francesco Zanardi aiutò i cittadini a sopravvivere alla prima guerra mondiale, nel 2014 il Comune promuove interventi per contrastare le nuove forme di povertà ed esclusione sociale che sempre più colpiscono anche i cittadini bolognesi. “‘Case Zanardi’, 7 spazi materiali per un totale di 11 ‘case’ (alcuni progetti sono trasversali), coinvolge più di 100 realtà del terzo settore, tra associazioni, cooperative, organizzazioni di volontariato e università. Sono circa 200 i volontari già impegnati”, spiega Berardino Cocchianella, direttore dell’Istituzione per l’inclusione sociale. Così, grazie a 500 mila euro provenienti dal Fondo comunale anticrisi del 2013, sono stati attivati cantieri di utilità comune, laboratori di riuso e riciclo, orti e vivai urbani, percorsi di formazione, tirocinio e inserimento lavorativo (circa 300), oltre ai cosiddetti market solidali, punti di smistamento e raccolta di generi alimentari: in via Agucchi (per il progetto ‘A Pescarola’), via Abba (‘Gallina vecchia’), via Barozzi (‘Banco di solidarietà), via Capo di Lucca (dal prossimo autunno).
Quattro i quartieri bolognesi coinvolti – Navile, San Donato, San Vitale, Savena –, che accolgono un numero crescente di famiglie che chiedono aiuti temporanei; chiamati a fare i conti con un’alta dispersione scolastica, che tra primo e secondo anno delle superiori arriva al 17 per cento. Dilagante anche il problema degli over 50 che faticano a trovare impiego e dei working poor, lavoratori con stipendi così bassi da non bastare per vivere. “Lavoriamo per valorizzare le risorse materiali e umane presenti sul territorio, all’insegna del contrasto allo spreco di beni, lavoro e relazioni, che chiama alla partecipazione anche i singoli cittadini con campagne mirate di crowdfunding e reclutamento dei volontari”, racconta Cocchianella.
Qualche esempio? Il centro Zanardi ‘A Pescarola’ prevede percorsi di inclusione sociale e lavorativa per donne di altre culture e interventi di riqualificazione degli spazi comuni, oltre che l’emporio alimentare. Il progetto ‘Bio-social’ in zona Roveri mira a coinvolgere attivamente le fasce deboli della popolazione in percorsi di transizione al lavoro e all’auto-imprenditorialità attraverso la coltivazione su uno spazio ortivo multifunzionale; la produzione, grazie alla creazione di una cucina ‘ECO.nomica’ e la distribuzione, attraverso un catering multietnico. Il progetto ‘Terra Verde’ si propone di formare giovani dai 17 ai 25 anni in maniera innovativa: in una scuola cantiere. Prevede, infatti, un intervento di arredo urbano in un’area verde da riqualificare, vicino al percorso naturalistico del Navile e gli insediamenti artigianali in disuso. In zona Pilastro, l’idea è quella di creare uno spazio informativo e una sezione della biblioteca del Centro documentazione handicap dedicata ai libri accessibili. In cantiere, anche il progetto dell’officina collettiva dove progettare e costruire risciò utilizzando materiali da riciclo. Al momento, ancora si è alla ricerca dell’individuazione del locale adatto. I progetti Case Zanardi saranno presentati sabato 14 giugno a partire dalle 9.30 in via Capo di Lucca 37. (ambra notari)