20 marzo 2013 ore: 17:10
Immigrazione

Bologna, corteo il 23 marzo contro la Bossi-Fini. Ci saranno anche i profughi

Numerose le adesioni alla manifestazione promossa dal Coordinamento migranti per il 23 marzo. Presenti anche i profughi dell’emergenza Nord Africa e i lavoratori della logistica, già in sciopero il 22
Antonio Zambardino/Contrasto Profughi: uomini in un bus al onfine tra Libia e Tunisia

Profughi: uomini in un bus al onfine tra Libia e Tunisia

BOLOGNA – “Un’iniziativa forte, la mobilitazione più grande che abbiamo mai fatto”, afferma Sene Bazir del Coordinamento migranti riguardo alla manifestazione del 23 marzo. I migranti stanno infatti organizzando il corteo sin dalla riunione tenutasi il 17 febbraio all’Xm24, e ora stanno aderendo all’appello tantissime associazioni di diversa natura, i profughi dell’emergenza Nord Africa, migranti di altre città: tutti insieme vogliono “gridare” l’abolizione della legge Bossi-Fini, che legando il permesso di soggiorno al contratto lavorativo, obbliga gli immigrati ad accettare condizioni di lavoro “penalizzanti e degradanti” pur di restare nel nostro Paese. “Per noi è impossibile far valere i nostri diritti – sostengono – perché siamo sempre ricattabili; sanno che senza lavoro dobbiamo tornare a casa, dopo anni di contributi versati e vita costruita in questo Paese. Però ora non possiamo più abbassare la testa e quindi scendiamo in piazza”.
 
Altro punto chiave è la “conclusione dello sfruttamento”, operato soprattutto nel campo della logistica e dei trasporti, da anni maggior polo lavorativo degli immigrati e quasi interamente gestito da cooperative. Il 22 marzo ci sarà un grande sciopero dei lavoratori della logistica, che si uniranno anche alla manifestazione del 23 per formare un corteo che vuole essere “enorme e incisivo”.
Il percorso, che partirà da piazza XX settembre alle ore 15, intende muoversi verso via dell’Indipendenza, toccando la Questura e la Prefettura, per concludersi in piazza Nettuno, vuole riunire sotto la sua insegna anche tutti i cittadini precari, sottolineando come sia una “protesta anche contro le politiche del lavoro che deve vedere uniti sia i lavoratori migranti che quelli italiani”.
 
“Vogliamo che questo Paese metta veramente in piedi una politica dell’accoglienza, che come abbiamo visto anche per il caso Nord Africa in realtà non esiste; appena finiti i finanziamenti europei il governo e gli enti locali hanno dimostrato di non voler prendere in carico i problemi dei rifugiati – continua Bazir – infatti anche i profughi saranno in piazza con noi. Ci sono sanatorie fasulle, paghiamo il permesso di soggiorno più di quanto costi un qualsiasi altro documento rilasciato in Italia, insomma non esiste una legge e una politica per l’immigrazione, ma solo la Bossi-Fini, che non solo non dà risposte, ma penalizza da anni tutti noi senza agevolare nessuno”.
 
Partecipa alla protesta, fra le tante, anche l’associazione Migranda, nel tentativo di ribadire anche le posizioni precarie delle donne migranti, legate al permesso di soggiorno dei mariti, così come le posizioni di tutte le donne italiane costrette a rientrare nell’ambito domestico perché “respinte dal mondo del lavoro”. (simonluca renda)
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