Bologna, L’assessore: “Serve un secondo hub regionale di accoglienza”
BOLOGNA – “Credo che sia arrivato il tempo di avere un secondo hub regionale che alleggerisca del peso l’hub regionale di Bologna che oggi corre il rischio di superare le mille unità al proprio interno”. Lo ha detto ieri al question time l’assessore al Welfare del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo. Interpellato in aula dal leghista Umberto Bosco, l’assessore ha sottolineato il valore del modello bolognese (a settembre sarà celebrato in un evento che vedrà la presenza del ministro dell’Interno, Marco Minniti) ma ha anche sottoscritto l’allarme lanciato dalla numero due della Regione Elisabetta Gualmini.?“Proprio perché credo che questi strumenti mostrino un’efficacia rispetto alla dimensione del problema, credo anche che il tema dei numeri non sia indifferente, quindi mi associo alla preoccupazione della vicepresidente Gualmini. Certo, la nostra preoccupazione si muove forse da una posizione di credibilità maggiore, la credibilità di chi ha fatto e non ha rifiutato, ma accettato fin qui la sfida dell’accoglienza, ma che proprio perché l’ha accettata sa che questa per essere buona deve avere degli elementi di sostenibilità”.
“Sono con la vicepresidente Gualmini – spiega ancora Rizzo Nervo – quando dice che vanno ascoltate e prese molto sul serio le preoccupazioni dei cittadini. Ieri sera – ricorda – ero a San Pietro in Casale per parlare con 40 cittadini della frazione di Ghetto per ascoltare le loro ragioni, per informarli di cosa è lo Sprar, per dirgli che sotto la parola accoglienza non c’è un’indistinta modalità d’azione ma ci sono scelte che possono più o meglio garantire anche rispetto alle preoccupazioni legate alla sicurezza e alla sostenibilità di quei progetti”. ?Ecco, sottolinea l’assessore, “noi vogliamo andare avanti su questa strada, di un’accoglienza che abbia numeri sostenibili, ovviamente rispetto a un quadro che non si ferma con le parole, non si ferma dicendo basta, va affrontato nella sua realtà, e credo che il governo nazionale lo stia ben facendo, certo ponendo una questione seria, dirimente, decisiva con l’Europa, perché siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Non è piu' possibile per il nostro Stato sopportare il peso complessivo dell’accoglienza ai migranti che riguarda l’Europa”. (Dire)