Bologna, troppi ritardi per i permessi di soggiorno. “Dalla Questura solo silenzio”
Straniero che compila il modulo del permesso di soggiorno
Il fronte dei migranti però non può spezzarsi sulla relativa “fortuna” degli ultimi arrivati: “La crisi impedisce di lavorare, i permessi danno solo 6 mesi di tempo e la Bossi-Fini collega il lavoro al permesso di soggiorno: il mondo della politica intende davvero creare milioni di clandestini solo per una scelta politica di chiusura?” continua Bazir. Per i profughi tunisini i ragazzi del Coordinamento hanno anche preparato un vademecum con le informazioni base per muoversi in una città sconosciuta, dove mangiare, dove dormire e dove lavarsi. “Le istituzioni hanno rilasciato i permessi ma poi hanno abbandonato a loro stessi i migranti: siamo gli unici ad aver fatto una cosa del genere” dice Giorgio del Coordinamento Migranti. Questa situazione pregiudica gravemente i migranti, concedendo loro permessi di durata assai diminuita (la durata di un permesso di soggiorno inizia a decorrere dalla data di domanda, non da quella di rilascio).
La manifestazione, giunta ormai al quinto appuntamento, anche quest’anno ospiterà concerti e contest di musica hip-hop e un torneo di street basket con ragazzi provenienti dai campetti di tutta Bologna, oltre ad attività per bambini e stand gastronomici. Durante la 2 giorni ci sarà anche la presentazione del cd autoprodotto del laboratorio di hip-hop “On the Move” del centro sociale Xm24, intitolato “Generazioni in movimento”. Domenica pomeriggio si terrà un’assemblea pubblica per parlare alla cittadinanza dei problemi dei migranti e del comportamento della Questura di Bologna, che, nonostante le proteste del Coordinamento, continua a mantenere un rigoroso silenzio sul tema dei ritardi.
Le Giornate dei Migranti non saranno solo due giorni di festa, ma la tappa di un percorso di discussione e lotta cominciato mesi fa con due assemblee pubbliche a cui partecipato alcune decine di migranti. Il 19 maggio il Coordinamento migranti di Bologna e provincia ha posto pubblicamente 10 domande alla Questura riguardanti i ritardi nella consegna dei permessi, i maltrattamenti agli sportelli e la mancanza di informazioni. “Abbiamo posto questioni precise – dicono dal Coordinamento – che coinvolgono le vite di migliaia di persone che abitano e lavorano a Bologna e che subiscono il razzismo istituzionale”. Le domande però non hanno ricevuto risposte. “L’assemblea pubblica all’interno delle due giornate di festa – concludono – sarà un momento in cui discutere su come prendere la parola e rispondere a silenzio della Questura”. (ec)