Bossi-Fini, Kyenge: "Nessuna legge è eterna"
Stranieri in Italia. Ragazzi escono dalla metropolitana
VENEZIA - "La scuola ha il compito di rafforzare la cittadinanza, dando l'opportunità a ciascun cittadino di sentirsi incluso in una comunità". Così il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge ha risposto a chi, nel corso del dibattito sullo ius soli ospitato nell' ambito del Premio città di Venezia, le chiedeva un commento in concomitanza con l'avvio del nuovo anno scolastico. "La scuola - ha aggiunto - è la prima palestra per rafforzare diritti e democrazia, dove insegnare l'uguaglianza e le pari opportunità. Il cambiamento deve partire da qui, dalle cose più semplici, dal linguaggio, dal comportamento, da iniziative che facciano sentire i giovani parte della comunità". La cittadinanza onoraria, ad esempio, è "un segnale simbolico importante, un contributo molto forte a sostegno del cambiamento culturale. Dobbiamo lavorare di più sulle diversità e non dimenticare la memoria, promuovendo momenti di conoscenza di ciò che è stata l'Italia. La scuola deve iniziare da qui". Il ministro ha quindi ricordato il sacrificio del colonnello Cosimo Fazio, che ha perso la vita aiutando i migranti in Calabria, la cui storia è passata sotto silenzio.
A una domanda sulla difficoltà a ottenere il permesso di soggiorno Kyenge ha risposto che "è un problema che rientra nelle norme sull'immigrazione, bisogna lavorare per un approccio inclusivo". Con l'occasione ha annunciato che da settembre un tavolo interministeriale comincerà a lavorare su alcuni temi, "che non per forza devono essere risolti con un cambiamento della legge, ma ad esempio con l'aiuto di sindaci e autorità locale". Tornando sulla Bossi-Fini ha ribadito che "in questi mesi ho raccolto elementi da cui emerge che alcune leggi possono essere cambiate. Nessuna legge è eterna".
Dopo aver assistito alla proiezione del film-documentario "Ius soli" del regista Fred Kuwornu il ministro ha commentato: "L'idea di essere stranieri nella propria patria deve far riflettere". E ha sottolineato la necessità di sconfiggere la paura che ostacola l'integrazione attraverso due strade: "Da un lato con buone norme che regolino l'immigrazione, dall'altro evitando di utilizzare la paura come strumento per dividere le persone". Ha quindi aggiunto: "Dobbiamo riuscire a unire la popolazione se vogliamo un futuro. A 50 anni dal discorso di Martin Luther King abbiamo il dovere di realizzare la vera integrazione anche in Italia". Ma per raggiungere questo traguardo "il lavoro non è solo del ministero, ma deve essere trasversale e deve riguardare l'intero Parlamento, che ringrazio per l'importante contributo al cambiamento culturale che sta perseguendo". (gig)