Braccio di ferro sulle quote migranti, l'Ue tiene duro: decidere subito
BRUXELLES - Agire subito senza aspettare che vengano perse quotidianamente altre vite umane inghiottite dal Mediterraneo. È la posizione della Commissione europea dopo che fonti del Consiglio europeo hanno reso noto che nessuna decisione formale sarà presa durante la riunione del consiglio Affari interni di martedì 16 giugno a Lussemburgo. Il tema da dibattere è il piano di ricollocamento all'interno dell'Ue di 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia. I motivi sono le divisioni tra le posizioni degli Stati membri. "Noi crediamo che si debba agire ora e non tra quattro mesi", ha detto la portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud.
"Abbiamo avanzato una proposta ambiziosa sul meccanismo di ricollocamento dei migranti - ha continuato Bertaud - ed eravamo coscienti che non avremmo vinto un premio di popolarità, ma ci aspettiamo che i ministri si prendano le proprie responsabilità", ha indicato riferendosi alla riunione tra i ministri dell’Interno di martedì. "La realtà ci ricorda perché è necessario agire non tra quattro mesi, dobbiamo farlo subito. Lo scorso fine settimana ci sono state 33 operazioni diverse e sono stati tratti in salvo 6 mila migranti. Dall'inizio dell'anno sono arrivati in Italia oltre 54 mila migranti". "Juncker ha indicato settimana scorsa che non è abbastanza piangere sui titoli dei telegiornali", ha ricordato la portavoce. "Serve agire e la Commissione europea sta agendo".
Ora si devono confermare nello specifico i criteri di ripartizione dei 40 mila migranti, 24 mila dall'Italia e 16 mila dalla Grecia, e superare la base volontaria decisa dai leader europei durante il summit straordinario di aprile, visto che la Commissione europea richiede l'obbligatorietà. Ci potrebbe essere una luce verde dei leader europei al vertice del 25 e 26 giugno, ma essendo "la situazione molto volatile", come indicano fonti del Consiglio Ue, è probabile che la fine dell'iter slitti sotto la presidenza lussemburghese nel prossimo semestre europeo che prende il via all'inizio di luglio. C'è chi indica che i ritardi possano trascinarsi addirittura fino a ottobre.
Nel frattempo il numero dei migranti in arrivo via mare verso l'Europa dalla Turchia e dalla Libia dovrebbe crescere esponenzialmente, come ogni anno, durante la stagione che va da giugno a settembre. (gdp).