24 marzo 2018 ore: 11:39
Famiglia

Bullismo, a Firenze sputi e violenze su un alunno disabile

Il caso a Scandicci, in provincia di Firenze. Denunciati 2 sedicenni. L’assessore regionale, Stefania Saccardi: “Fenomeno sempre più diffuso tra i banchi di scuola. In Toscana programma di prevenzione No Trap con il dipartimento di psicologia dell’Università per responsabilizzare attivamente i giovani”
Alunni disabili. Ragazzo in carrozzina

FIRENZE – Un ragazzino disabile è stato vittima di bullismo da parte di alcuni compagni di classe che lo isolavano e lo deridevano ripetutamente, talvolta con violenze fisiche e psicologiche e con sputi. Il caso è successo in una scuola di Scandicci, in provincia di Firenze, ed è stato reso noto dopo una denuncia a carico di due sedicenni da parte dei genitori della vittima. Le vessazioni subite dal ragazzino disabili lo avrebbero indotto a smettere di frequentare la scuola.

- “Quello di Scandicci è purtroppo l’ennesimo caso di bullismo tra i banchi di scuola - ha commentato l'assessore toscano alle politiche sociali, Stefania Saccardi - Il bullismo è un fenomeno stratificato anche tra i bambini e nasconde problematiche psicologiche profonde che vanno combattute e prevenute. Ecco perché, come Regione Toscana abbiamo stipulato un accordo insieme all'assessorato all'istruzione, all’Ufficio scolastico regionale per la Toscana e l’Università di Firenze-Dipartimento di scienze della formazione e psicologia con l'obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno nelle scuole della Toscana”. 
“Nello specifico – ha aggiunto Saccardi – sosteniamo il programma di prevenzione No Trap, che attraverso un modello di peer education (da pari a pari) e peer support il programma NoTrap! mira a incentivare una responsabilizzazione attiva dei ragazzi”.

In base al progetto, attraverso una formazione sistematica si cerca di aumentare la percezione di autoefficacia dei ragazzi stessi e di stimolare in loro un senso di responsabilità nei confronti della vittima. Successivamente, i peer educators lavorano attivamente con i compagni, assumendo un ruolo di modello positivo, promuovendo comportamenti prosociali e di difesa della vittima. I ragazzi, dopo il training formativo, intervengono anche online, nella community del progetto, per dare il proprio aiuto e supporto a tutti coloro che si sentono in difficoltà. L'obiettivo è far passare il messaggio che facendo finta di niente tutti noi siamo in parte responsabili della sofferenza della vittima, ma che unendo le forze possiamo invece fare qualcosa per porre fine alle prepotenze.

 

 

 

 

 

 

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