Bullismo, Ido: impossibile prevenire i suicidi, agire sui siti
Roma - Chiudere o meno Ask.fm (Ask for me): e' questo il nodo gordiano sul social network lettone incriminato "per dare spazio e anonimato" al cyberbullismo. Un dibattito aperto da tempo poiche' il portale e' salito alle cronache per l'elevato numero di suicidi di adolescenti ferite a morte dagli insulti on line.
Ad oggi sono 60 milioni gli utenti che in questa community se ne dicono di tutti i colori proteggendosi dietro uno schermo. Cosi' sempre piu' adolescenti rimangono vittime della calunnia e della violenza virtuale. Prima di Nadia, la quattordicenne padovana che due giorni fa si e' lanciata nel vuoto, c'erano stati altri casi: Hannah Smith (13 anni di Leicestershire), Joshua Unsworth (15 anni di Lancashire), Jessica Laney (16 anni di Florida), Ciara Pugsley ed Erin Gallagher (15 e 13 anni dell'Irlanda).
"Il problema del 'Bullismo' e del 'Cyberbullismo' non si risolvera' se non si interverra' in modo deciso verso i siti che spingono i giovani a comportamenti malsani", sottolinea lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO). "Bisogna dare sufficiente comunicazione che tutte le email inviate nei siti sono rintracciabili- afferma l'esperto- e che la responsabilita' di quanto fanno i giovani deve ricadere sui loro genitori". In effetti in Ask.fm l'anonimato e' nell'iscrizione, davvero "solo virtuale". Da quanto si apprende, la polizia postale e delle comunicazioni sarebbe "in grado di recuperare gli indirizzi email dai quali sono partiti i messaggi d'insulto" ed e' su questa scia che proseguono le indagini alla ricerca dei responsabili di tanta sofferenza.
La Federazione nazionale associazioni famiglie e centri per tutela minori (Ftm), nata per arginare l'aumento di malessere diffuso che coinvolge un minore su cinque nel nostro Paese e composta da familiari, associazioni e centri di riabilitazione, "si sta adoperando a contrastare i siti sul modello di Ask.fm, che sono sorti in Italia replicando le medesime conseguenze. Il dramma dei suicidi e' bene noto- precisa Castelbianco, esponente di Ftm- sappiamo tutti quanto sia difficile poterli prevenire ma siamo pure consapevoli che siti come Ask.fm possono scatenare in soggetti vulnerabili reazioni che purtroppo a volte possono terminare con il suicidio. Essere a conoscenza di cio' e non intervenire- sottolinea lo psicoterapeuta- significa non comprendere la sofferenza di questi giovani e non capire che intervenire contro i siti significa almeno limitare i rischi delle reazioni. Quindi- conclude il direttore dell'IdO- e' vero che non e' possibile prevenire i suicidi, ma e' anche vero che non fare nulla significa spianare la strada a questi avvenimenti tragici". (DIRE)