3 febbraio 2017 ore: 12:41
Società

Buona scuola, gli emendamenti di Anief per l’inclusione degli alunni disabili

Marcello Pacifico in audizione alla VII Commissione del Senato: tante le modifiche proposte dal sindacato, tra cui il riconoscimento della possibilità, per il docente di ruolo, anche specializzato, di essere utilizzato su posti di sostegno. E nel caso di un docente precario, di poterlo assumere a tempo determinato una seconda volta e una terza, termine dopo il quale scatterebbe la sua assunzione
Alunni disabili. Ragazzo in carrozzina

ROMA – Arrivano al Senato gli emendamenti di Anief agli otto decreti delegati della Legge 107/2015 di riforma della Scuola, approvati il 14 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri: a illustrare alla VII Commissione di Palazzo Madama le proposte di modifica, nel pomeriggio di mercoledì 2 febbraio, è stato Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e presidente nazionale Anief. Tra le varie questioni da risolvere in merito alla necessaria stabilizzazione degli insegnati, un’attenzione particolare va ai docenti di sostegno.

Per quel che riguarda la legge delega sulle “norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità” (Atto 378), infatti, l’organizzazione sindacale spiega in particolare i motivi per cui sarebbe un grave errore raddoppiare la permanenza sul sostegno da 5 a 10 anni: “ciò - ha spiegato il sindacalista Cisal-Anief - non aiuta la continuità didattica, contrasta la motivazione e discrimina il docente specializzato rispetto ai colleghi che continueranno ad avere il blocco triennale sulla disciplina. L’unico aspetto positivo è che, rispetto all’attuale normativa, viene riconosciuto il servizio pre-ruolo nel computo degli anni svolti”.

Tra le modifiche richieste, la possibilità del docente di ruolo, anche specializzato, di essere utilizzato su posti di sostegno. E nel caso di un docente precario, di poterlo assumere a tempo determinato una seconda volta e una terza, termine dopo il quale scatterebbe la sua immissione in ruolo per garantire la continuità didattica e il rispetto delle norme comunitarie. Si richiede, inoltre, la progressiva stabilizzazione del personale sui 40mila posti liberi ancora oggi assegnanti annualmente, in deroga, fino al 30 giugno dell’anno successivo. 

Esaminando il decreto legislativo concernente “l'effettività del diritto allo studio attraverso la definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché potenziamento della carta dello studente” (Atto 381), l’organizzazione sindacale ha chiesto, tra le altre cose, di provvedere a un incremento sostanzioso delle borse di studio, a iniziare dagli studenti appartenenti a nuclei familiari non abbienti. Inoltre, vanno incrementati gli organici del personale docente e Ata laddove siano più alti i tassi di dispersione scolastica, di disoccupazione e di collegamento con il mondo del lavoro. È stato ricordato che l’Italia è l’unico Paese Ocse che dal 1995 non ha incrementato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria, a dispetto di un aumento in media del 62% degli altri Paesi. 

Riguardo invece lo schema di decreto legislativo sulle “norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato” (Atto 384), Anief chiede il forte coinvolgimento del Collegio docenti, nel rispetto della sua autonomia didattico-docimologica. Sugli Esami di Stato, Cisal-Anief rivendica maggior peso all’esame finale e la salvaguardia della libertà di valutazione di ogni singolo docente. Marcello Pacifico ha concluso il suo intervento ricordando “la preziosa opportunità fornita dagli otto decreti delegati della Legge 107 per ridurre gli effetti perversi della stessa riforma approvata nel luglio del 2015. Il sindacato ha già espresso al Parlamento la sua linea, attraverso una serie di emendamenti al decreto Milleproroghe, e ora si è ripetuto, convinto della bontà della sua azione, al fine di trovare delle soluzioni ai tanti nodi da sciogliere sul funzionamento delle nostre scuole e dell’istruzione pubblica italiana. Mantenere le deleghe così come presentate dal Governo – ha concluso il sindacalista Cisal-Anief – costituirebbe un grave errore, perché dimostrerebbe l’ennesima opera incompiuta del legislatore, su cui dovranno, per forza di cose ancora una volta, mettere mano i giudici”.

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