24 luglio 2023 ore: 13:10
Salute

Caldo eccessivo, Flai Cgil: “Serve un decreto urgente per la sicurezza dei lavoratori”

Le temperature eccessive sono una minaccia per la salute di chi lavora all’aperto, ad esempio in agricoltura. È l’allarme lanciato dal sindacato che chiede un intervento del governo per stabilire una soglia di temperatura al di là della quale non si debba lavorare
Caporalato, braccianti agricoli immigrati
ROMA - “In queste ultime settimane stiamo assistendo a fenomeni climatici sempre più estremi, che mettono a rischio la salute di molte lavoratrici e lavoratori, e la nostra categoria è particolarmente colpita”, dichiarano Silvia Spera e Davide Fiatti della segreteria nazionale della Flai Cgil. “Le temperature elevate sono una minaccia per la salute e la sicurezza di chi lavora all’aperto, come avviene in agricoltura, nella manutenzione del verde, nella forestazione, e anche per tutti quelli che sono impegnati in ambienti chiusi senza ventilazione adeguata”. 
 
“Riteniamo necessario che i datori di lavoro si adoperino per affrontare questa situazione - sottolineano Spera e Fiatti - fornendo adeguati dispositivi di protezione individuale ai lavoratori, organizzando orari e turni di riposo, sospendendo l’attività nelle ore più calde della giornata. Basta stringere accordi aziendali/territoriali, coinvolgendo le autorità competenti per mettere in campo provvedimenti a tutela della salute, con l’obiettivo di ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute e, quindi, i rischi a cui sono esposti i lavoratori, evitando così conseguenze che possono essere anche gravi”. 
 
Per la Flai Cgil “ancora una volta si evidenzia la mancanza di un ammortizzatore sociale strutturale per i lavoratori agricoli a tempo determinato, che intervenga nel caso in cui si verifichino queste ‘calamità naturali’, fenomeni estremi sempre più frequenti, che minacciano la salute dei lavoratori e lo svolgimento regolare dell’attività. Chiediamo che si intervenga con un decreto urgente per stabilire una soglia di temperatura al di là della quale non si debba lavorare, e negoziare nei siti produttivi modifiche temporanee di orari di lavoro e strumenti adeguati, anche in deroga, per affrontare la situazione”.
 
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