7 dicembre 2017 ore: 14:04
Non profit

Camerun, anche un pronto soccorso per l'ospedale missionario

"Continuano senza sosta le attivita' di prevenzione e cura, nonostante la situazione di emergenza umanitaria": scrive cosi' fratel Fabio Mussi, dall'Estremo Nord del Camerun, a ridosso del confine con il Ciad e con la Nigeria. Nonostante ...
Camerun - ospedale missionario
Camerun - ospedale missionario

Roma - "Continuano senza sosta le attivita' di prevenzione e cura, nonostante la situazione di emergenza umanitaria": scrive cosi' fratel Fabio Mussi, dall'Estremo Nord del Camerun, a ridosso del confine con il Ciad e con la Nigeria. Nonostante l'area sia teatro di incursioni da parte dell'organizzazione jihadista Boko Haram e di gruppi criminali, l'ospedale diocesano di Touloum continua ad ampiarsi, e a gennaio sara' finalmente a pieno regime il pronto soccorso.

L'impegno da parte di fratel Fabio, del Pontificio istituto missioni estere (Pime), ha reso l'ospedale punto di riferimento anche per regioni molto distanti: "Forniamo ogni mese assistenza sanitaria a circa 1200 nuovi malati, per una capienza di 85 posti letto" racconta il missionario. "Abbiamo quattro medici, coadiuvati da 26 infermieri, tecnici di radiologia e di laboratorio, con attrezzature specialistiche che non sono presenti in nessun altro ospedale della regione dell'Estremo Nord". 

Camerun - ospedale missionario 2

Nelle ultime settimane nuove donazioni provenienti dall'Italia hanno arricchito le possibilita' di cura e prevenzione a Touloum: un microscopio bioculare, una nuova apparecchiatura per l'elettrocardiogramma "che si aggiungono agli apparecchi di diagnostica per immagini con computer e stampanti adatte a fornire ai medici e ai malati una documentazione di qualita'". Anche il ministero della Sanita' del Camerun ha donato un'incubatrice per neonati.

Non ancora funzionante, ma fiore all'occhiello dell'ospedale e' la Tac, unico esemplare nel raggio di 300 chilometri. "I roditori ne hanno rovinato la fibra ottica. Per riparare il danno c'e' bisogno di tecnici specializzati ma i problemi di distanza e di insicurezza della regione hanno motivato diversi rinvii" spiega padre Mussi. Che, pero', non demorde: "A volte, le difficolta' e la complessita' delle situazioni rischiano di frenare il nostro impegno nel dare il nostro piccolo contributo a migliorare il mondo. Tuttavia, questo periodo di preparazione al Natale ci mostra un cammino di speranza". (DIRE)

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