Campobello di Mazara, niente case e gesti di intolleranza verso i lavoratori migranti
PALERMO - Quasi tutti i migranti impegnati nella raccolta delle olive di Campobello di Mazara (Tp), che vivono nella tendopoli “Ciao Ousman” allestita nell'area esterna all'ex oleificio "Fontane d'oro" confiscato alla mafia, avrebbero le possibilità di prendere delle case in affitto nel paese ma la gente del posto si rifiuta. A parlare di questi forti pregiudizi dopo anni che questi giovani africani sono diventati necessari per le aziende è la volontaria dell'ex collettivo LibertArea. Patrizia Moceri.
Campobello di Mazara è un piccolo comune del trapanese con 5 mila abitanti, molti dei quali, sicuramente non contadini o proprietari delle aziende agricole, non hanno accolto bene la presenza di questi ragazzi africani nonostante siano importanti braccia lavorative per le aziende del territorio. "Siamo contenti, dopo le tante battaglie portate avanti ,di avere raggiunto rispetto al passato diversi risultati – dice Patrizia Moceri -. C'è però un altro scoglio che ancora non siamo riusciti a superare ed è quello delle case. I ragazzi avrebbero tutte le carte in regola e le possibilità economiche per potere affittare - spiega l'attivista volontaria - ma purtroppo la gente del posto non vuole affittargliele e la tendopoli diventa una necessità. Constatiamo, infatti, con grande amarezza quanto forti siano ancora i pregiudizi di diverso tipo nei confronti di questi ragazzi africani che alimentano il circuito della piccola economia del trapanese. Sicuramente sono giovani che non tolgono il lavoro a nessuno perché si tratta di braccia agricole che tra i siciliani non ci sono".
Il ristorante |
Tra l'altro – secondo l’accusa - sembra che tra i paesani di Campobello di Mazara ci sia un trattamento diverso rispetto a quello che invece viene riservato ai magrebini. A coloro che risultano stanziali e integrati pienamente nel territorio locale, infatti, le case vengono affittate. "Quello che vogliamo fare capire è che, ogni anno arrivano per la raccolta delle olive ragazzi molto tranquilli che non hanno niente di pericoloso - aggiunge -. L'anno scorso, per esempio, è arrivato un ragazzo senegalese che ha lavorato per raccogliersi la somma necessaria a pagare le tasse universitarie.
- Nonostante ciò, recentemente, non sono mancate delle manifestazioni di intolleranza razzista". Sono recenti, in particolare, due episodi molto gravi. Il primo è stato il sopraggiungere, una notte al campo di una macchina con dentro alcune persone che hanno lanciato delle pietre e poi una bottiglia con acido muriatico. L'altro, invece è avvenuto ai danni di un giovane che stava facendo regolarmente il suo turno davanti alla guardia medica del paese quando un giovane in motorino, volutamente, gli ha rotto una bottiglia di birra vicino. Un gesto intimidatorio.
"Il nostro paese ha bisogno di loro. Ci chiediamo perché possano succedere queste cose - dice ancora Patrizia - soprattutto nei confronti di gente calma e indifesa. Sicuramente sarà nostra cura cercare di promuovere anche iniziative interculturali che possano sensibilizzare maggiormente la gente a partire dai giovani ma non si deve arrivare a questi atti gravi". A proteggere gli immigrati ci sono ogni giorno i carabinieri che si recano al campo per controllare la situazione. "L'anno scorso nel campo sono state organizzate anche delle feste multietniche - continua la volontaria - mentre quest'anno un torneo di calcio composto da tre squadre miste nell'ambito della rassegna 'Mediterraneo antirazzista'. Continuiamo a sforzarci, cercando anche strade nuove, per interagire positivamente con il paese sperando che la situazione vada sempre più a migliorare". (set)