13 ottobre 2016 ore: 14:34
Immigrazione

Caporalato, arresti nel Chianti per sfruttamento di lavoratori immigrati

Undici misure di custodia cautelare, di cui cinque agli arresti domiciliari, sono state eseguite all’alba dalla polizia di Prato. Il governatore Rossi: “Garantire ovunque i diritti dei lavoratori”
Caporalato - aziende vitivinicole

- FIRENZE – Operazione anti caporalato nel Chianti. Undici misure di custodia cautelare, di cui cinque agli arresti domiciliari, sono state eseguite all’alba dalla polizia di Prato. Sarebbe stato riscontrato caporalato nei vigneti toscani con sfruttamento di lavoratori immigrati, anche in rinomate aziende vitivinicole. L’inchiesta, che ha coinvolto le province di Firenze, Modena e Perugia, era partita la scorsa primavera, quando due migranti ospiti di una struttura del centro storico di Prato denunciarono la situazione di sfruttamento alla quale venivano sottoposti.

L'operazione condotta oggi contro il caporalato deve farci riflettere e spingerci a fare tutto il possibile per contrastare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ovunque si annidi". Questo il primo commento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a proposito della vasta operazione condotta. "Dobbiamo proseguire senza sosta nella lotta al caporalato, al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori migranti. In Toscana – prosegue Rossi – non devono esistere zone 'grigie': l'imperativo è garantire ovunque i diritti dei lavoratori". "Alla procura di Prato e alle forze di polizia – conclude il presidente della Regione Toscana – va il mio ringraziamento per quello che stanno facendo".

 

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