Caporalato, il ministro Martina: fare ordine anche nella grande distribuzione
MILANO - Per combattere il caporalato bisogna fare ordine anche nella filiera dell'agroalimentare. "C'è una competizione al ribasso che si scarica sugli anelli più deboli della catena, ossia sui produttori agricoli e su chi lavora nei campi". Per il ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, dopo che l'Italia si è dotata di una legge all'avanguardia nella lotta alla sfruttamento dei braccianti, è ora di guardare dentro ai meccanismi della grande distribuzione e correggere alcune tendenze. "Pensiamo alle aste di secondo livello, è uno strumento che non va bene", dice intervenendo a Milano all'evento organizzato da Inail Lombardia e dal Museo Interattivo del Cinema - Fondazione Cineteca Italiana, su "Il diritto della sicurezza del lavoro". Il Ministro si riferisce alla aste che le catene della grande distribuzione fanno tra produttori. Chi offre il prezzo più basso si aggiudica la commessa in palio, che può andare dalla fornitura di fragole fresche alle conserve di pomodori. Con il risultato che ci sono imprenditori dell'agroalimentare che, pur di aggiudicarsi la commessa, arrivano ad offrire prezzi sotto costo e per non perderci impongono poi alle aziende agricole prezzi irrisori. Un meccanismo che nell'anello più basso alimenta così il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti. "La legge sul caporalato va ora applicata e tutti dobbiamo lavorare insieme per superare questo problema", ha aggiunto il ministro. "Il fenomeno del caporalato non riguarda solo le regioni del Meridione e tocca altri settori oltre all'agricoltura -ha sottolineato Antonio Traficante, direttore di Inail Lombardia-. Anche nella nostra regione c'è questo problema e l'abbiamo riscontrato anche in settori come quello dell'edilizia, dei trasporti e all'Ortomercato di Milano". (dp)