Caporalato, Martina: confermata per 2016 la Rete del lavoro agricolo di qualità
Roma - "E' confermata per il 2016 la 'Rete del Lavoro agricolo di qualità". Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in audizione alle commissioni riunite Lavoro e Agricoltura della Camera nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura. Si tratta dell'organismo autonomo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarita' e delle criticita' che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Possono fare richiesta di adesione le imprese agricoleche non abbiano riportato condanne penali e non abbiano procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, che negli ultimi 3 anni non abbiano ricevuto sanzioni amministrative definitive per gli stessi temi e che siano in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
L'iniziativa serve a innescare "un circolo virtuoso per il contrasto del lavoro sommerso in agricoltura", ricorda Martina, segnalando che la 'Rete' "ha trovato ascolto anche tra la Grande distribuzione organizzata e i buyer internazionali, che hanno mostrato interesse per la certificazione etica" delle aziende. Da cio' deriva "ulteriore stimolo e impegno", rileva il ministro, per la individuazione della "legalita' assoluta nel settore lavoristico come fattore premiante per le aziende", realizzando poi "un'attivita' di controllo sulla gestione delle imprese certificate di minor impatto per le aziende stesse".
Quella sulla 'Rete del Lavoro agricolo di qualita'' e' "una scommessa ma anche una frontiera piu' avanzata della sperimentazione" per la lotta al caporalato, spiega Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, "da li' si deve costruire la fase due, e cioe' vedere se tutto il meccanismo virtuoso si traduce anche in un nuovo strumento di relazione con il cittadino consumatore" che "possa riconoscere nella rete del lavoro agricolo di qualita' un elemento virtuoso rispetto alle produzioni che acquista". (DIRE)