Caporalato, pdl in aula a ottobre. Il coordinamento alla Direzione antimafia
Roma - Ministero della Giustizia e delle Politiche agricole insieme per combattere il caporalato, cioè chi sfrutta i lavoratori all'evidente fine di profitto. Oggi, presso la sede del dicastero della Giustizia di Via Arenula, sono state presentate dai ministri Andrea Orlando e Maurizio Martina le linee guida che verranno trasformate in emendamenti alla proposta di legge ''Misure per favorire l''emersione alla legalita'' e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalita'' organizzata'', un provvedimento, il n. 1138, ancora all'esame della commissione Giustizia della Camera.
"Sarà licenziato entro il mese settembre dalla commisione Giustizia e credo si possa realisticamente lavorare in Aula ad ottobre", afferma il guardasigilli. Tre in particolare le misure previste e già anticipate nei giorni scorsi dai due ministri. La più importante sicuramente riguarda la confisca dei beni, cioè del prodotto e del profitto del reato e nel caso anche la confisca equivalente di beni di chi ha utilizzato il caporalato: "Fa più paura la confisca che qualche mese di reclusione", sottolinea Orlando. Il caporalato è "purtroppo un tema di drammatica attualita'', la piaga della storia del lavoro nel nostro Paese che nel corso degli anni è stata sempre combattuta, ma che oggi, con la crisi e il fenomeno dellimmigrazione- rileva il ministro della Giustizia- ha una recrudescenza che ci fa preoccupare". Verranno previste anche misure per le aziende coinvolte indirettamente dal reato di caporalato quando sia accertato che il reato sia stato a suo vantaggio e in un disegno di legge verrà predisposto l'indennizzo alle vittime di questo reato. "Questo pacchetto di misure importanti dà il segno della determinazione con cui tutto il governo vuole muoversi verso un fenomeno che purtroppo vediamo ancora nelle nostre campagne. I due ministeri- sottolinea Martina- lavorano insieme con lo spirito di andare oltre l''emergenza, ma di rendere le misure permanenti".
"La piaga del caporalato purtroppo ha radici antiche ma e' riemersa in particolare in questa stagione difficile. Oggi, pero', siamo di fronte a un cambio di passo delle iniziative delle istituzioni pubbliche e del governo, soprattutto, che diversamente da un passato che abbiamo alle spalle prende su di se' la responsabilita' di una lotta senza quartiere al caporalato in particolare nel mondo agricolo. Lo dobbiamo ai lavoratori del settore, ai tantissimi braccianti che tutti i giorni lavorano quei campi e lo dobbiamo alle tantissime imprese agricole in regola che rispettano le leggi", dice Martina. "Chi rispetta le regole deve avere regole di competitivita' maggiori e dobbiamo dimostrare che la legalita' e' un fattore indispensabile della competitivita' delle imprese. Chi non la rispetta deve sapere che diventa per noi un nemico sul versante dell'economia", sottolinea Martina.
Orlando ha annunciato: "Abbiamo chiesto di svolgere un ruolo per il tavolo che verra'' aperto su questo tema e in generale di coordinamento, per i reati connessi al caporalato, alla Dna- Direzione nazionale antimafia". (DIRE)