25 febbraio 2010 ore: 10:00
Immigrazione

Capoverde, a Sal e Boavista turismo fa rima con neocolonialismo

Nelle due isole più "turistizzate" dell'arcipelago gli imprenditori italiani fanno affari, con un impatto ambientale e sociale che non tiene conto della popolazione locale. Parla l'antropologo Gallinaro
PRAIA (CAPO VERDE) - "Nell'ultimo decennio le isole di Sal e Boavista sono state oggetto di una progressiva 'invasione' da parte di turisti italiani, che insieme ai portoghesi sono al momento i maggiori 'consumatori' dello spazio turistico capoverdiano". Parla dell'impatto ambientale del turismo nell'arcipelago l'antropologo Damiano Gallinaro, del dipartimento Agemus dell'Università La Sapienza di Roma, intervenendo alla settimana di studio promossa dal Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes.
Una sorta di "neocolonialismo", quello che vede protagoniste le due isole "più turistizzate" dell'arcipelago: così definisce il fenomeno Gallinaro, che negli ultimi 3 anni ha vissuto circa 7 mesi a Capo Verde, per poter svolgere la sua ricerca per la tesi di dottorato in etnologia, che discuterà a breve. In atto, dunque, una sorta di "glocalizzazione, un processo definito dall'antropologia del turismo, che porta al confronto a volte drammatico tra locale e globale, e alla perdita d'identità delle popolazioni native". Massiccia la presenza degli imprenditori italiani residenti a Sal e Boavista, testimonia Gallinaro, "che sono da considerare i nuovi attori dell'economia ma anche della scena sociale capoverdiana".

Inoltre la nostra lingua sta influenzando la vita quotidiana delle due isole: dalle insegne dei locali (compaiono le parole "pasta", "pizza") ai menu in trattorie e ristoranti. L'economia, però, resta "in mano di pochi, quasi sempre stranieri, mentre i capoverdiani avrebbero più di tutti diritto a essere considerati protagonisti" e a ricevere i benefici del flusso di denaro proveniente dallo sfruttamento del territorio e dall'arrivo in massa dei turisti. "Invece i pacchetti all-inclusive dei resort vengono saldati presso le agenzie turistiche italiane e ai capoverdiani restano gli spiccioli - osserva Gallinaro -. Gli stipendi dei lavoratori negli alberghi si aggirano intorno ai 100 euro mensili e i prodotti locali di artigianato restano spesso fuori dai tour organizzati". (lab)
© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news