23 dicembre 2024 ore: 13:12
Giustizia

Carcere, Antigone: “Il governo ascolti le parole di Papa Francesco”

Presentato il Report di fine anno. Al 16 dicembre oltre 62 mila le persone detenute, 2 mila in più rispetto allo scorso anno con tassi di affollamento fino al 225%. Istituti sempre più fatiscenti, in molti casi mancano anche i 3 mq calpestabili per ogni persona
carcere milano 2023

ROMA – “Il 2024 delle carceri ci sta lasciando drammatici record, quello dei suicidi, quello delle morti in carcere, e una crescita della popolazione detenuta così sostenuta da provocare, già oggi, una situazione di reali trattamenti inumani e degradanti generalizzati. Condizione che abbiamo raccolto in un report che presentiamo oggi, pochi giorni prima dell'appuntamento Giubilare che vedrà Papa Francesco varcare le soglie del carcere di Rebibbia per l'apertura di una delle Porte Sante".  A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, in occasione della pubblicazione di un report con i dati principali che l'associazione ha raccolto durante l'anno. "Il prossimo 26 dicembre – prosegue Gonnella – Papa Francesco sarà infatti in carcere e ci auguriamo che questa iniziativa del Pontefice possa riaccendere l’attenzione e la speranza nelle carceri italiane. Speranza che il Governo faccia marcia indietro nei propositi più repressivi e duri. Speranza che si investa in percorsi di reinserimento sociale senza trasformare il carcere in luoghi di vendetta. Speranza che le condizioni drammatiche di detenzione siano superate da politiche attente, che guardino alla dignità della persona e ad una pena che poggi pienamente sul dettato costituzionale. Papa Francesco ha scritto nel 2014 sulle carceri parole importanti. Su quelle parole andrebbe costruito un programma di governo. Non sulla criminalizzazione dei più vulnerabili".

Popolazione detenuta in crescita

La popolazione detenuta continua a crescere, si legge nel report. Al 16 dicembre 2024, in Italia erano 62.153 le persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti. Di questi posti, però, 4.462 in effetti non erano disponibili, per inagibilità o manutenzioni, e dunque la capienza effettiva scende a circa 47.000 posti, ed il tasso di affollamento effettivo arriva al 132,6%. Il tasso di crescita della popolazione detenuta è ormai insostenibile. Un anno fa, alla fine del 2023, i detenuti erano 60.166, circa 2.000 in meno di oggi e da allora i posti detentivi effettivamente disponibili sono diminuiti significativamente. Continuare ad andare avanti di questo passo è impensabile. Alla fine dell’anno prossimo avremo 64.000 detenuti? E dove staranno? E in che condizioni saranno le nostre carceri per allora?

Tassi di affollamento

Come detto il tasso di affollamento medio è arrivato ormai al 132,6%, ma si tratta appunto di un dato di affollamento medio. A San Vittore a Milano l’affollamento effettivo ha raggiunto il 225%, a Brescia Canton Monbello il 205%, a Como e a Lucca il 200%, a Taranto il 195% e a Varese il 194%. Sono ormai 59 gli istituti con un tasso di affollamento superiore al 150%, prevalentemente le grandi case circondariali metropolitane, quelle in cui si registra il numero più alto di ingressi e le maggiori tensioni. Strutture in cui l’usura dei luoghi e delle persone rende la situazione più critica ogni giorno che passa.

Il problema sovraffollamento

Al sovraffollamento da sempre i Governi hanno risposto ventilando la costruzione di nuove carceri. Ma gli spazi detentivi ufficialmente disponibili sono sempre gli stessi: erano 50.228 della fine del 2016, sono 51.320 al 16 dicembre 2024. Circa 1.000 in più, ma intanto i detenuti sono circa 8.000 in più di allora. Da quando poi è entrato in carica questo governo, la capienza è ulteriormente diminuita. Non tanto quella ufficiale, che è rimasta sostanzialmente invariata, quanto quella effettiva, a cui vanno sottratti i posti detentivi non disponibili. Questi a luglio del 2022 erano 3.665. Oggi sono, come detto sopra, 4.462. L’incuria, il sovraffollamento e gli incidenti che si registrano in continuazione rendono gli spazi sempre più invivibili, come abbiamo avuto modo di osservare anche durante molte delle nostre visite. Nelle 87 carceri visitate dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi in 28 istituti, il 32%, c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona detenuta. Non a caso il numero di ricorsi da parte di persone che lamentavano di essere state detenute in condizioni che violano l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e che vengono accolti dai tribunali di sorveglianza italiani, è in costante aumento dalla fine della pandemia. Sono stati 3.382 nel 2020, 4.212 nel 2021 e 4.514 nel 2022, 4.731 nel 2023.

Carceri sempre più fatiscenti

Tra le 87 carceri visitate da Antigone negli ultimi 12 mesi il 35,6% è stato costruito prima del 1950 e la maggior parte di queste, il 23% del totale, addirittura prima del 1900. Nel 10,3% degli istituti visitati non tutte le celle erano riscaldate. Nel 48,3% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell'anno. Nel 55,2% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia. Nel 25,3% degli istituti visitati non ci sono spazi per lavorazioni.

Il problema del personale

Ma se non aumenta lo spazio, aumentano quantomeno le altre risorse necessarie per gestire il carcere si domandano i curatori del report? Confrontando i dati raccolti durante le nostre visite parrebbe di se si guarda ai funzionari giuridico pedagogici (educatori). Erano in media uno ogni 87 detenuti nel 2022, sono diventati uno ogni 76 detenuti nel 2023, ed uno ogni 68 nel 2024. Ma restano, come è intuibile, numeri del tutto inadeguati per garantire percorsi di reinserimento sociale efficaci. Se si guarda invece al personale di polizia penitenziaria si registra al contrario un calo in rapporto alle presenze. C’era in media un agente ogni 1,7 detenuti nel 2022, uno ogni 1,9 detenuti nel 2023 ed uno ogni 2 detenuti nel 2024.

Lavoro, formazione professionale e scuola

Cresce leggermente il numero delle persone che lavorano in carcere alle dipendenze del carcere stesso. Erano16.305 al 30 giugno 2023 e sono salite a 17.096 alla stessa data del 2024. Aumentano invece significativamente quanti lavorano per altri datori di lavoro, che sono passati da 2.848 al 30 giugno 2023 a 3.144 al 30 giugno 2024. Sono cresciuti sia i semiliberi (+84), sia le persone in art. 21 (+117), sia le persone che in carcere lavorano per datori privati, siano queste cooperative sociali (+62) o imprese profit (+29). Il numero di quanti lavorano per queste ultime resta comunque molto basso. Al 30 giugno 2024 i detenuti che lavoravano per imprese private tradizionali erano solo 213, mentre erano 899 quelli che lavoravano per cooperative sociali. Continua anche la crescita delle opportunità di formazione professionale. Gli iscritti ai corsi sono stati 2.248 del primo semestre del 2022, 3.359 nel primo semestre del 2023 e 3.716 nel primo semestre del 2024. Restano però impressionanti le disparità per regione. A fronte di una media nazionale del 6% dei presenti, in Lombardia gli iscritti a questi corsi erano il 30 giugno il 14% dei presenti, in Umbria, Puglia, Sardegna e Basilicata non si arrivava all’1%. In crescita anche le persone coinvolte nei percorsi di istruzione. Erano 19.372 nell’anno scolastico 2022- 2023, e i promossi 3.946, e rispettivamente 19.372 e 3.946 nell’anno scolastico 2023-2024.

 

 

 

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