Carcere, appello di Antigone a Gentiloni: “Porti la riforma in Consiglio dei ministri”
ROMA – “Gentiloni si impegni a portare nel Consiglio dei ministri di domani il decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario". A lanciare un appello al capo del governo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone che chiede all’esecutivo di portare a termine prima della fine del mandato il lavoro fatto in questi anni sul fronte della riforma dell'ordinamento penitenziario. "C'è bisogno della riforma penitenziaria che cambi la legge del 1975 – spiega Gonnella -, che faciliti l'accesso alle misure alternative, che consenta di rendere la vita in carcere una vita dignitosa e più vicina alla vita normale. C'è bisogno di nuove norme sulla salute fisica e psichica. Troppe persone soffrono oggi in carcere senza possibilità di avere una chance di supporto. C'è bisogno di una legge che tenga conto che sono passati 43 anni dal 1975 e da allora tutto è cambiato”.
Un intervento necessario, soprattutto alla luce dei trend in crescita delle presenze in carcere degli ultimi anni. “Dopo una flessione nel numero dei detenuti seguita alla sentenza Torreggiani, con la quale la Corte europea dei Diritti dell'Uomo condannò l'Italia per trattamenti inumani e degradanti – spiega Antigone -, negli ultimi tre anni si è assistito ad un aumento costante delle presenze in carcere. Si è infatti passati dai 53.889 detenuti del gennaio 2015 ai 58.087 di gennaio 2018”. La riforma dell'ordinamento penitenziario, che contiene importanti novità sulle misure alternative, potrebbe far “calare gli attuali numeri e questo avrebbe positive ripercussioni sulla vita penitenziaria”, spiega l’associazione in una nota. Sovraffollamento che ostacola in alcuni casi anche il lavoro di ristrutturazione degli istituti che oggi è sempre più necessario, spiega l’associazione. “In più della metà delle strutture da noi visitate (50 su 84) ci sono celle senza doccia e in ben 36 ci sono celle senza acqua calda – spiega la nota dell’associazione -, il tutto in violazione di quanto prevede la legge. In 4 istituti visitati ci sono addirittura celle in cui il wc non sta in un ambiente separato dalla cella in cui i detenuti mangiano e dormono”. Urgente è anche l'intervento previsto dalla riforma in materia di salute psichica in carcere, secondo l’associazione un quinto dei detenuti è affetto da una patologia psichiatrica. "Chi oggi si sta opponendo a questa riforma - conclude Gonnella - utilizza argomenti pretestuosi e strumentali. Argomenti sollevati in modo conservativo, reazionario. Argomenti miopi che strizzano l'occhio ai populisti".