28 giugno 2016 ore: 12:30
Salute

Carcere, calano gli ingressi per droga: nel 2015 i più bassi degli ultimi 10 anni

Libro bianco sulla legge sulle droghe. Segnali positivi e qualche nota stonata nella settima edizione del testo promosso dalla Società della ragione e condiviso da numerose associazioni. "Il sovraffollamento penitenziario, così come le possibilità di contenerlo, sono strettamente legati alle scelte sulle politiche antidroga”
Carcere droghe e giovani

ROMA – Calano gli ingressi per droga in carcere: nel 2015 le percentuali sul totale degli ingressi più basse degli ultimi dieci anni. È quanto rende noto il settimo Libro bianco sulla legge sulle droghe presentato oggi a Roma e promosso dalla Società della ragione e condiviso da Forum droghe, Antigone, Cnca e numerose associazioni e movimenti. Il testo, come accaduto già altre volte, anticipa la pubblicazione della Relazione al Parlamento sulle droghe e traccia un quadro nazionale sulle problematiche connesse al tema delle droghe e delle dipendenze. Nell’ultima edizione del Libro bianco, i trend che riguardano il binomio droga e carcere sono positivi, anche se non mancano le note stonate. Sebbene siano in calo i nuovi ingressi nei penitenziari ex art. 73 del Testo unico sulle droghe e nonostante stia diminuendo anche il numero dei ristretti per aver violato il medesimo articolo, la metà delle segnalazioni e delle operazioni antidroga riguardano ancora la cannabis e dal 90 ad oggi più di 7 persone su dieci segnalate ai prefetti per possesso di droga a uso personale è per cannabis.

Un cambio di rotta sul carcere era atteso, dopo il caso Torreggiani e la sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014 che è intervenuta sulle modifiche al Testo unico della Fini Giovanardi, e i numeri raccolti nel Libro bianco ne sono la conferma. Se nel 2006, anno di entrata in vigore della Fini-Giovanardi, gli ingressi superavano di poco i 25 mila su un totale di poco più di 90 mila, nel 2008 si è raggiunta quota 28,8 mila su 92,8 mila ingressi totali. Nel 2015, il calo: ci sono stati solo 45.823 ingressi totali in carcere, di cui 12.284 ex art. 73, pari al 26,80 per cento. Un calo più significativo, quello di ingressi per droga, rispetto al totale: se tra il 2008 e il 2015 gli ingressi in carcere sono diminuiti del 50,62 per cento, quelli per il solo reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti sono diminuiti del 57,44 per cento.

Rispetto a 7 anni prima si sono più che dimezzati sia gli ingressi complessivi che quelli per violazione della normativa antidroga – spiega il rapporto -. Non si può non sottolineare l’effetto trainante avuto dal calo degli ingressi per violazione della normativa antidroga sulla diminuzione degli ingressi totali. Nonostante le buone occasioni sciupate dal legislatore per mettere mano al problema, la percentuale di ingressi ex art. 73 è la più bassa da 10 anni a questa parte, a testimonianza del fatto che la legge sulla droga guida i processi di carcerizzazione in Italia: quando la tendenza è all’incremento, è la legge sulla droga che guida la volata; quando la tendenza è al decremento, è sempre la legge sulla droga che mette il freno”.

In calo, per il sesto anno consecutivo, anche il numero dei ristretti sempre per violazione dell’art. 73: oggi sono il 32 per cento del totale, contro il 40 per cento del 2009. “Non possiamo che confermare quanto detto negli anni passati e poco sopra – si legge nel testo -: il sovraffollamento penitenziario, così come le possibilità di contenerlo, sono strettamente legati alle scelte sulle politiche antidroga”.

Secondo i dati forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, inoltre, sarebbe crollato anche il numero degli ingessi in carcere di persone con dipendenza da sostanze stupefacenti, ma stavolta in un solo anno. Dal 2014 al 2015 sarebbero passasti da 13,8 mila a 7,8 mila circa. Ma su questi numeri, i curatori del settimo Libro bianco non nascondono i propri dubbi e i dati relativi ai detenuti presenti in carcere sembrano confermare i dubbi. Il numero dei tossicodipendenti in carcere non è variato dal 2014 al 2015, anzi è in lieve aumento: è passato da 13,2 mila a 13,4 mila (sebbene rispetto al 2011 siano in calo). “In termini percentuali, la diminuzione degli ingressi di tossicodipendenti va avanti da 5 anni, ma negli ultimi 12 mesi il fenomeno avrebbe avuto una netta accelerazione – si legge nel testo -. La rilevanza dello scostamento induce a prenderlo con cautela e a ipotizzare che su di esso abbia influito una diversa modalità di raccolta dei dati che possa giustificare una simile riduzione”.

Se sui dati riguardanti il carcere ci sono novità, lo stesso non si può dire per quelli relativi alle segnalazioni all’autorità giudiziaria per violazione della legge sulle droghe. Al centro della scena anche nel 2015 la cannabis, con quasi il 50 per cento delle segnalazioni e delle operazioni antidroga. Cannabinoidi ancora una volta sul podio quando si parla di persone segnalate ai prefetti per detenzione di sostanze stupefacenti. “Le persone segnalate ai prefetti per detenzione a uso personale di cannabinoidi sfiorano la soglia dell’80 per cento delle persone segnalate. D’altronde, a decorrere dall’entrata in vigore della norma (luglio 1990) il 72,23 per cento dell’oltre un milione di persone segnalate ai prefetti per possesso di sostanze stupefacenti a uso personale lo è stato per possesso di cannabinoidi”. Complessivamente, però, il numero dei soggetti segnalati al prefetto per consumo di sostanze illecite sono significativamente diminuiti nel corso del 2015, passando da 31 mila a 27 mila. “Resta marginale il peso della vocazione terapeutica della segnalazione al prefetto – spiega il testo - . Solo 151 persone vengono sollecitate a presentare un programma di trattamento socio-sanitario, mentre poco meno della metà dei segnalati (14 mila su 31 mila) è destinatario di sanzioni amministrative”. 

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