Carcere, detenuti sempre più “anziani”
ROMA – Sempre più anziani dietro le sbarre: nonostante le pene da scontare siano per lo più brevi, negli ultimi 4 anni è cresciuto il numero degli ergastolani in Italia. È quanto afferma il dodicesimo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione delle carceri italiane. Secondo l’associazione, infatti, negli istituti italiani sta accadendo quel che già è successo negli Stati uniti. L’età media dei detenuti in Italia è di 40 anni, contro una media europea della popolazione detenuta di 36 anni. “Il gruppo più numeroso è composto dai detenuti che hanno tra i 35 ed i 39 anni (15,6 per cento) – spiega il rapporto -. I detenuti con più di 60 anni sono però ben 3.699 (7,1 per cento)”.
In crescita, anche se moderata, la presenza degli ergastolani nelle carceri italiane. Sono 1.633, mentre nel 2011 erano 1.446, 1.408 nel 2009. Tra i detenuti, però, i più numerosi (ben 19 mila) sono quelli che devono scontare una pena residua inferiore ai tre anni. “Il 56 per cento della popolazione detenuta condannata ha una pena che potrebbe scontare fuori dal carcere se solo la magistratura di sorveglianza fosse più aperta – spiega Antigone - e se non ci fossero i paletti normativi imposti dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario che per taluni reati impone la collaborazione per ottenere misure alternative al carcere”.
Mediamente più giovani gli stranieri: circa uno su cinque ha tra i 30 ed i 34 anni, mentre quelli con più di 60 anni sono in tutto soltanto 198. Complessivamente, la popolazione detenuta straniera è diminuita in percentuale rispetto al 2009. “Oggi rappresentano il 33,45 per cento della popolazione detenuta contro il 37,15 per cento del 2009. La media europea è del 21 per cento circa. Dunque in Italia vi è una sovra-rappresentazione della popolazione detenuta non italiana”. Tra le nazionalità spiccano quella marocchina (quasi il 17 per cento degli stranieri), seguono i detenuti provenienti dalla Romania, Albania, Tunisia, Nigeria ed Egitto. Ai detenuti stranieri sono stati imputati 8.192 i reati contro il patrimonio, 6.599 contro la persona, 6.266 in violazione legge droga, 1.372 in violazione legge stranieri, 95 delitti di mafia. Stranieri che, rispetto agli italiani, risultano maggiormente in custodia cautelare. “Il 42,1 per cento degli stranieri non è stato ancora condannato in via definitiva su un totale del 34,6 per cento. Sono dunque evidentemente discriminati nella fase processuale tanto più che commettono delitti in generale meno gravi. Nei loro confronti si usano le misure cautelari detentive in modo ben maggiore”. Infine, 7 detenuti stranieri su dieci hanno una pena residua inferiore a tre anni.
Tra gli italiani, il gruppo più numeroso risulta essere quello dei detenuti del Sud Italia, in particolare quelli di origine campana che alla fine del 2015 erano 9.635, il 18,5 per cento dei detenuti italiani. Una percentuale cresciuta nel tempo, visto che alla fine del 2005 erano il 12,7 per cento. Seguono i detenuti siciliani, terzi i pugliesi. In calo, anche se lentamente, la popolazione detenuta femminile: 2.198 le donne detenute al 31 marzo 2016, ovvero il 4,1 per cento del totale della popolazione detenuta, mentre 25 anni fa la percentuale era del 5,33. Un dato sempre al di sotto della media europea che è del 5,6 per cento. Sono 449, invece, i ragazzi presenti nelle carceri minorili italiane al 15 marzo 2016, di cui 284 con sentenza definitiva e il resto in attesa di condanna. Tra loro anche 275 detenuti non più minorenni, ma con un’età compresa tra i diciotto e i venticinque anni. “Le nuove norme che datano al 2014 – spiega Antigone - permettono ai ragazzi che hanno compiuto il reato da minorenni di permanere nelle carceri minorili fino al compimento del venticinquesimo anno di età”. Meno della metà dei ragazzi entrati in carcere nel 2016 sono italiani. La restante parte riguarda ragazzi provenienti dalla Romania, dal Marocco, dalla Bosnia-Erzegovina e dalla Tunisia.