Carcere di Bologna, la garante: "I bambini non devono più entrare"
Foto: www.bambinisenzasbarre.org
"DANNI PERMANENTI NEI PICCOLI; CREARE TASK FORCE PER OBIETTIVO". (DIRE) Bologna, 21 nov. - "L’indignazione verso la presenza di bambini in carcere insieme alle mamme rischia di apparire retorica se non si traduce in un programma operativo concreto e risolutivo". A parlare e’ Elisabetta Lagana’, garante dei diritti delle persone private della liberta’ personale del Comune di Bologna e il riferimento e’ ai bambini presenti nella Casa circondariale di Bologna: a luglio era presente una mamma con il figlio di poco piu’ di un anno, "il piccolo, inizialmente socievole ed espansivo, man mano che la carcerazione perdurava ha iniziato a mostrare segni di agitazione e angoscia, con alterazioni del sonno e dell’umore", che oggi grazie alla collaborazione tra l’Ufficio della garante e l’associazione Papa Giovanni XXIII si trovano presso l’associazione stessa dove la madre puo’ terminare la pena residua. Al momento pero’ alla Dozza ci sono due madri con due bambine, una di cinque mesi e l’altra di un anno. "La situazione, gia’ di per se’ problematica- ha detto la garante- e’ aggravata dalla presenza nella sezione femminile dell’articolazione della salute mentale che ospita alcune detenute con problematiche psichiche gravi: e’ facilmente immaginabile lo stato di tensione al quale i piccoli sono esposti". Finora "molto e’ stato detto dalla politica e dalle istituzioni, molta letteratura scientifica e’ stata prodotta per evidenziare i danni permanenti provocati dalla carcerazione sui bambini ma nulla e’ stato realizzato in termini sostanziali- ha continuato Lagana’- Accontentarsi del diminuito numero dei bambini in carcere significa considerare il diritto e la dignita’ in termini quantitativi: finche’ ci sara’ anche un solo bambino in carcere il vulnus all’umanita’ resta perpetrato".(SEGUE) (Rer/ Dire) 11:32 21-11-16 NNNN
Ecco perche’ secondo la garante, "al pari della chiusura degli Opg, andrebbe stabilito un rapido termine definitivo perche’ nessun bambino entri piu’ in carcere, con conseguente rapida attivazione delle risorse esistenti, che sono molte". La proposta e’ convocare un tavolo congiunto interistituzionale per coinvolgere gli Enti locali e le associazioni che si occupano del tema per creare una task force che realizzi questo obiettivo. "Accanto a questo vi e’ la necessita’ di una risposta politica- ha concluso Lagana’- Dato che i diritti umani non hanno appartenenza di parte, tutte le forze dovrebbero impegnarsi affinche’ l’interesse prioritario del minore, come dicono tante normative internazionali, non rimanga carta straccia".(Dires - Redattore Sociale) (Rer/ Dire) 11:32 21-11-16 NNNN